"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

21 giugno 2011

il calamaro paziente

E' arrivata l'estate. Oggi, dicono. L'unico cambiamento apprezzabile è la totale latitanza della voglia di pensare, scrivere, fare. Il tempo no, per carità, quello rimane muffo stabilmente e non ci spiazza con cieli troppo azzurri o serate che permettono cene all'aperto. Giammai.
Ma l'energia scarseggia, dicevamo. E così, il calamaro ripieno, cucinato e malamente fotografato qualche giorno fa, ha dovuto attendere solo oggi per essere conosciuto dal mondo. Poverino, come deve aver sofferto, chiuso dentro la pancia, senza neppure un briciolo di umana solidarietà.
Era buono, classicamente insolito e non al forno (per mancanza dello stesso nella solita casina milanese, non per scelta ponderata).

Per tre persone:
3 calamari medi, puliti dal pietoso pescivendolo, ma con le sacche intatte (ovviamente)
mezzo peperone giallo
2 zucchine piccole
1 cipollotto novello
1 mazzetto di prezzemolo tritato
15 pomodorini Pachino
2 uova
30 gr di pane grattugiato
2 cucchiai di pecorino grattugiato
1 punta di peperoncino piccante, fresco
1 spicchio d'aglio
mezzo bicchiere di vino bianco secco
sale, pepe, olio d'oliva,
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Tagliare a piccoli cubetti zucchine, peperoni e cipollotto.
Tagliare anche i tentacoli dei calamari a piccoli pezzi, come per fare un ragout.
Fare appassire velocemente in un velo d'olio insieme alle verdure e trasferire in una ciotola.
Preparare la farcia: aggiungere al sautè il pangrattato e il formaggio e legare con l'uovo (cominciare con uno, se dovesse risultare troppo asciutto aggiungere anche il secondo). Aggiungere il prezzemolo tritato.
Aggiustare di sale (poco, c'è il pecorino) e pepe.
Riempire le sacche dei tre calamari, portando il ripieno verso il fondo. Riempire a due centimetri dal bordo e chiudere con uno stuzzicadenti.
In un tegame, a fiamma viva, saltare i calamari. Quando avranno preso colore sfumare con il vino.
Quando sarà evaporato aggiungere i pomodorini tagliati a metà e uno spicchio d'aglio.
Cuocere a fiamma media, parzialmente coperto, per 15-20 minuti a seconda della dimensione dei calamari.
Servire tagliato a rondelle, accompagnando con i pomodori.
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Avanzerà con ogni probabilità del ripieno che potrà essere utilizzato per delle polpettine da aperitivo.
(PoveraPazza)

3 commenti:

Reb ha detto...

Ho una fame che mi si porta via, e qusto è il calamaro più bello di tutti i tempi!
ps: what's app...rispondiiii

Pentapata ha detto...

oh madonna pure io muoio di fame e tu mi butti su 'sto calamaro, ma altro che leccare il video......

Gio ha detto...

io come te di solito li faccio in padella, soluzione molto pratica :)
ottimo il ripieno che hai scelto