"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

30 settembre 2011

pop-cena

 Una serata spiazzante, questa, una di quelle che ti ricorderai per la vita, quale che sia la piega che prenderanno gli eventi. Cibo per i pensieri, e chi sa capirà.
Fortuna che era da tutto il pomeriggio che pensavo a questo pop-piatto per una pop-cena, perchè altrimenti avrei mangiato una minestrina e morta lì.
Diciamo che esteticamente l'idea è stata meglio della sua realizzazione pratica, ma, avendo tempo e lucidità maggiori, si può far molto meglio.
Due creme, una verde e una gialla, separate ma unite, e un pesce-treccia a marcare contiguità e differenze.
Nello specifico, per due persone

28 settembre 2011

tortine di pere e mandorle

Non è autunno, non mi viene voglia di autunno, non mi importa che arrivi. Non subisco il fascino delle giornate uggiose in cui l'unica cosa che vorresti è una tazza di tè caldo. Mi piace la luce, la penombra mi intristisce. Sono felice di questa anomalia meteorologica che prolunga l'estate, anche se mi devo rassegnare a non trovare più i frutti estivi. Le mie amate pesche sono spugnosette e francamente poco interessanti, ormai.
Comincia la stagione delle ubique melepere. Ci faccio una tortina, per farmele piacere.
Per quattro tortine da 8 cm di diametro o per una tortiera da 20:

25 settembre 2011

cataplana acrobatica nel tajine

 La cataplana è un contenitore, ma anche il suo contenuto. Una metonimia alimentare.
E' un recipiente di rame, a chiusura ermetica, che serve per cuocerci un guazzetto di pesce delizioso, ideale per una cena tra amici perchè coreografico e conviviale.
Non è da tutti possedere la cataplana, ma si può preparare lo stesso piatto in un wok, tenendolo coperto ma, ancor meglio, in un tajine (altra metonimia mediterranea). La campana mantiene alla perfezione tutti i profumi e il liquido evapora molto lentamente, creando un sughetto che si sposa benissimo con del semplice basmati.
Serve del virtuosismo spaziale: il tajine è meno capiente di una cataplana, quindi attenzione a rimestare delicatamente se non si vogliono trovar cozze in giro per la casa.
Per (almeno) quattro persone, serviranno:

21 settembre 2011

velocicena profumata


Non parlerò di Taste, come promesso e annunciato abbondantemente. Non ne parlerò anche se mi è piaciuto e mi sono, come sempre, divertita e non ne parlerò perchè dopo dieci minuti mi avevano già riempito il bicchiere (alle undici di mattina), e da lì in avanti non sono più stata in grado di articolare un pensiero compiuto. Di foto non se ne parla, infatti. Ma neppure una e neppure per sbaglio.
Uno dei miei assaggi è stato il gelato al Grana Padano, fico candito al Porto rosso e prosciutto San Daniele di Innocenti Evasioni. Buono carino e semplice, almeno nella mia versione casalinga, dove l'unica roba uguale era il San Daniele.
Non avendo gelatiera, ma avanzo di ricotta, ho condito la stessa (ben fredda, va detto) con abbondante buccia di limone e pochissimo sale Maldon.
Ho caramellato i fichi, tagliati in quattro senza dividerli del tutto, irrorandoli con miele di carrubo e cuocendoli, coperti, in pentola dal fondo spesso per un quarto d'ora, con qualche ago di rosmarino.
Il piatto assemblato è semplice in modo disarmante: prosciutto, quenelle di ricotta, fico tiepido e poca buccia di limone a guarnire. Servire con buon pane cotto nel forno a legna.
Profumato, inconsueto ma anche rassicurante e riconoscibile, lo si può servire come antipasto anche ai genitori, evitando che ricorrano alla trattoria sotto casa per trovare qualche cibo commestibile (vita vissuta, non crediate all'invenzione letteraria).

Dite che non è una ricetta? Vero, ma less is more. Almeno in questo periodo e almeno per me.
Accontentatevi, via!
(PoveraPazza)

13 settembre 2011

pogacha serba: pane da festa




Uno spread party, ma sarà un'idea carina? Paola, inarrivabile fucina di idee, si è inventata un tema per la festa al chiaro di luna, un classico settembrino.  Tutti a portare cose da spalmare e supporti che si prestino a essere spalmati. E bon, facciamo le maestrine sabaude, per una volta e portiamo un supporto consono all'ajvar che ormai è diventata la mia salsa preferita. L'ajvar è serbo-croato, balcanico insomma. Facciamoci un pane con cui si parli, uno che conosca la sua lingua.
Senza avventurarsi in pani rituali, che pare siano una costante delle feste, in Serbia (pane-scultura, bellissimo e difficilissimo), cimentiamoci in una rustica pogacha. Pane campagnolo e condito, che vuole i cevapcici o il formaggio di capra, e l'ajvar, appunto.
E' ricco, quasi un pane dolce e con il sapido ci va a nozze.
Per una bella pagnotta, serviranno:
- 1 tazza di latte
- 1/4 di tazza di burro
- 1 pacchetto di lievito di birra secco
- 2 cucchiai di zucchero
- 5 tazze di farina 00 (io semintegrale)
- 1 tazza di panna acida (io yogurt greco)
- 1 grosso uovo leggermente sbattuto
- 1 cucchiaino di sale

5 settembre 2011

brik e ajvar: mediterraneo at large


Stradun, Dubrovnik

E' bastata la prima domenica piovosa. La nostalgia delle vacanze che porta con sè, inevitabile, l'effetto serata-diapo, è dietro l'angolo. Vi avevo avvisati, sapevate che non avreste avuto scampo: eccole qua le foto. Eccola qui la Dalmazia, per il secondo anno consecutivo. Roba da matti, eh.
Un pò di Hvar e un pò di Dubrovnik.


Oriente e occidente. Trieste e i saraceni.

Hvar, Lesina








Vacanze salutari, ma davvero. Ogni sera pesce e a pranzo insalata e frutta.
Chiacchierando di conserve dalmate scopro l'ajvar e al ritorno provo a produrlo da sola.
Facile!
Viene preparato proprio in questo periodo, alla fine dell'estate, quando le verdure sono abbondanti e poco costose. Perchè di salsa di verdure si tratta: melanzane e peperoni rossi. O solo peperoni, come vi piace.

1 settembre 2011

risotto di fine estate

 
 Come quasi tutti son tornata. Come quasi tutti ho difficoltà a riprendere la vecchia vita. 
I nodi di fine luglio non si sono sciolti, qualche altro laccio si è ingarbugliato. Insomma, tutto nella norma .La cucina latita. Mangio insalate scondite (no olio no sale no niente) con frutta e verdura, una costante di questa estate. 
A pranzo: rucola pesche e pomodori. A cena, sempre frutta ma dentro al risotto.
In Dalmazia (non vi illudete, ne parlerò) ho mangiato molti fichi. 
Loro, i fichi, sono una delle mie passioni. Bruciante, come tutto ciò che sai effimero.
Stasera gli amatissimi fichi si sono maritati al riso e alla menta. La feta ha bussato ed è stata fatta accomodare.
Un esperimento, con un accenno balcanico e una nota greca. Buono, per me.