"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

27 giugno 2013

il piano "tovaglia inamidata" e la cena come in Cina

 

 Qualche tempo fa ho letto un articolo che raccontava dello sforzo che il governo cinese stava tentando per rilanciare l'immagine della cucina nazionale, sia in patria che - soprattutto all'estero: il piano Tovaglia Inamidata. Come tutti sanno la Cina ha tradizioni millenarie anche in ambito gastronomico, soffocate dallo strapotere del cibo liofilizzato precotto surgelato prodotto quasi tutto nella regione dello Zheijang, regione che confina con la municipalità di Shangai, sulla costa orientale ed esportato in tutto in mondo.

Il primo ministro Li Keqiang ha dichiarato guerra alla trattoria a poco prezzo, uguale in tutto il mondo, per tentare un rilancio della raffinatissima cucina imperiale. Vero è che ormai da tempo anche il mercato interno ha subito un cambiamento epocale: un benessere generalizzato crea il bisogno di luoghi di svago diversi da quelli popolari che siamo abituati ad immaginare. Da qui il sogno di ristrutturare i vecchi ristoranti come vuole la nuova moda, dotandoli soprattutto di cuochi capaci di finire sulla mitica Guida Michelin.

Ho la prova provata che mangiare bene (molto bene) cinese si può.
Per esempio un'insalata di anatra aromatica servita in foglia di lattuga, una particolarissima zuppa di cetrioli di mare o ancora un'insalata di vezzosi funghi ricciuti e molto eleganti con semi di sesamo, insieme ai più classici shao mai di verdure.

Lo Shui Zu di manzo non l'ho assaggiato per la ben nota scarsa propensione al consumo di carni rosse, ma ho invece fatto man bassa del MERAVIGLIOSO mapo tofu: dadini di tofu piccantissimi e morbidissimi. Mi hanno spiegato che la morbidezza deriva soprattutto dalla cottura ad altissima temperatura: il mio tofu tristarello (pur biologico) non pare neppure lo stesso alimento.
Una cena come in Cina che ha aperto uno spiraglio su un mondo ancora tutto da esplorare e che ci ha lasciato una curiosità : ma quali sono i dolci tradizionali? Certamente non l'ubiquo gelato fritto.


Bon Wei, Milano.

7 giugno 2013

senzasenza ma con sorpresa

Volevo rassicurare le schiere di lettori del blogghettino. Vi sentite orfani delle succulente ricette che sono solita pubblicare, infarcite di arguti commenti e di leggiadre condivisioni dei miei pensieri più intimi?
Ebbene, cari lettori, non siate tristi. Non cucino. Non ne ho il tempo nè, a dire il vero, l'inclinazione negli ultimi tempi. Mi pare che mi abbiano rubato le notti e le giornate già non erano mie da tempo.
L'unica promessa fatta a me stessa che sto, con fatica, mantenendo è: trattarsi bene appena svegli.
Allora un piccola routine dei cinque tibetani e un dolcino non industriale per colazione. Poco dolcino, ma non sottilizziamo.

Tortine al sambuco e semi di papavero