"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

30 ottobre 2012

Ognissanti è il nostro Halloween. Fave dei morti e ossa da mordere.

 Halloween mi annoia profondamente. Dolcetti scherzetti, Jack-o-lantern e Grandi Cocomeri mi interessano quasi quanto una ragnatela sulla faccia mentre cammini nel bosco. Per dire.
Quindi ANATEMA su Halloween e tutta la retorica zucchiforme. E basta. Non è roba nostra, marketing d'importazione e niente più.
Qualche giorno fa, chiacchierando con Sara ci son tornati in mente i biscotti - nostri questa volta - che si preparano per Ognissanti. Detto, cercato,cotto.

Credo che fave dei morti e ossa da mordere siano tipici del Nord Italia, ma non ne sono affatto sicura. Da noi in Piemonte si preparano le ossa da mordere, in Veneto forse le fave. Buoni entrambi, non grassi. Entrambi con mandorle e (molto) zucchero.
Sono davvero elementari da preparare.



28 ottobre 2012

piciocia siciliana

 
Ma tu guarda che roba: anche in Sicilia sono polentoni. Oddio, non polenta di mais ma una cremina di legumi abbastanza polentiforme ce l'hanno anche loro e si chiama piciocia.
L'ho scovata al Salone (ho già fatto il pistolotto sui prodotti poveri eccetera eccetera e non mi ripeterò) e l'ho preparata oggi per il pranzo. Calda e vegetariana e leggera e proteica, di questa piciocia mi è piaciuto anche l'avanzo infarinato leggermente e fritto.
La piciocia viene preparata con farina di cicerchie, ceci e piselli e cotta in brodo vegetale, in proporzione 1 a 10. Il signore che la vendeva mi ha spiegato che si potevano aggiungere pancetta, finocchietto e cardi selvatici.
Io ho semplicemente preparato un brodo con zucchina carota e cipolla a pezzetti che ho poi lasciato nel brodo e ci ho aggiunto la farina a pioggia, mescolando con la frusta.
Si cuoce per circa 45 minuti e si condisce con un filo d'olio, servendola con crostini : i miei di farina integrale di grano duro Tangarò, sempre siciliano, abbrustoliti senza grassi.

(PoveraPazza)

26 ottobre 2012

vado, ma non compro niente. Briciole di Salone

Avevo detto no, ma poi ci sono andata. La coerenza non è il mio forte, e la voglia di abbracciare un po' di amici ha fatto il resto. Quindi anche per questa edizione ho pagato il mio tributo al Salone del Gusto.
E' stata una visita relativamente breve, ma ho qualche minuscola considerazione da fare.
Ci sono i prodotti e i produttori, il cavolo trunzo, la cipolla di Giarratana, l'aglio di Nubia, le farine di grani antichi, e mille altre prelibatezze immaginate o addirittura inimmaginabili.






Ci sono quelli che sperimentano, inventano, lavorano duro per farci godere - è il caso di dirlo.
C'è la colorata volenterosa entusiasta Gente del Fud, c'è quello bellissimo e molto simpatico, ci i compagni di strada.

Niko


Bonci

Giovanna e Lisa
Fabrizio

E poi c'è Terra Madre. Che è un mondo a sè, isolato anche fisicamente dal resto del Salone e per la prima volta aperto anche al volgo. Contadini, trasformatori, comunità del cibo, presidi. Ma di una terra altra, di un mondo lontano.
Ecco, non so se l'impressione è stata solo mia, ma il contrasto tra il mondo opulento, patinato e luccicante dei nostri mercati e quello colorato ma povero, entusiasta ma infinitamente piccolo di Terra Madre è stato stridente.
E una volta di più mi fa pensare che nonostante crisi e alti lai, noi siamo un mondo che ha troppo. Vedere i piccoli tavoli dei produttori africani mi ha stretto il cuore.
Non lasciamoli soli, Carlo Petrini. Mescoliamoli a noi la prossima volta.
So che il Salone è diviso in aree geografiche. Ma perchè non immaginare aree di prodotti? I cereali. Il caffè. Il latte e i formaggi. Le verdure. Le bevande fermentate. Il cioccolato.
Lì ci sarebbe posto per tutti, per chi coltiva per la propria sussistenza e chi trasforma una materia prima eccellente in un prodotto innovativo.
Non lo so, son pensieri che mi sono venuti tra un piatto di pasta e l'altro.
E mi sono temporaneamente consolata così.


(PoveraPazza)

23 ottobre 2012

apple cobbler strudelizzato

 Ben, lo confesso. Fino a pochissimo tempo fa manco sapevo cosa fosse il cobbler. Poi mi sono imbattuta in questa lasagnona di frutta e non ho, al solito, avuto pace fino a che non l'ho provata.
Trattasi di roba americana del Sud, pratica, senza alcuna (alcuna!) concessione alle frivolezze di gusto o, peggio, estetiche.
Della frutta cotta con un coperchio irregolare di una pasta lievitata di una semplicità disarmante.
Ci si può usare la frutta che si vuole. Io ci ho messo le mele ma mi son guardata la ricetta di Smitten Kitchen che usava mirtilli e pesche.
Ho scelto la ricetta di Smitten perchè son picky (non choosy) con le ricette e quella sua mi pareva sensata, anche se ho cambiato alcune cose in funzione del diverso tipo di frutta usata (mele in luogo di pesche che son più acidine - ho diminuito drasticamente lo zucchero e aumentato il succo di limone, cambiato la frutta, eliminato mirtilli in favore dell'uvetta- insomma un'altra roba eh).
Ce la siamo mangiata, tiepida e senza la panna montata o il gelato di vaniglia d'ordinanza perchè non li avevamo. Limpida giustificazione.

Per una teglia di medie dimensioni:

19 ottobre 2012

zucca al doppio forno e un appuntamento

 Che avete da fare lunedì sera? Niente, di lunedì si sta a casa. Al massimo un cineforum dopo lo yoga, ma la stagione deve ancora partire. Dunque, a casa.
Per una volta suggerisco di guardare la televisione. Io? Lo so che non ho credibilità come suggeritrice di programmi tv, visto che la guarda talmente di rado che.
Ma lunedì da Fabietto Fazio ci sono le mie amiche di Bait al Karama. Vi ricordate? Ne avevo già parlato qui. E qui ne aveva scritto Gastronomia Mediterranea.
E' passato del tempo, il progetto è andato avanti e lunedì ci racconteranno cosa è stato fatto e cosa si farà. Una cosa la posso anticipare io, che la so. Saranno anche al Salone del Gusto di Torino (dal 25 al 29 ottobre) Ci vediamo lì?
E mentre aspetto di portare a casa un po' del loro sumac che l'ho quasi finito, mi consolo con piatti a quattro passi, altro che chilometri zero.

Crema di zucca al forno:


15 ottobre 2012

zucca, nelle madeleneis


 
Domenica pomeriggio, clima ormai autunnale, luce scarsa, termosifoni ancora spenti, freschino. 
Si accende il forno per il pane (non degno del BBD, ma buono per noi) e le madeleines - che finalmente abbiamo lo stampo di silicone-che-si-pulisce-in-un-attimo.
Cole Porter che suona e siamo felici.
Basta poco, a volte.

Per una quarantina di madeleines:

11 ottobre 2012

a Milano: Kuminda


http://www.orientamenti.it/citta/mali/djenne.html
 Non ho tempo di cucinare (o forse non ne ho voglia) in questo periodo.
Non ho quindi ricette da scambiare, ma mi fa piacere segnalare questa iniziativa:

Kuminda è il primo festival in Italia dedicato al cibo equo, critico e sostenibile e nasce nel 2005 a Parma, sede dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e capoluogo di uno dei più importanti distretti agroalimentari italiani, su iniziativa dell’associazione Cibopertutti.
  Se siete a Milano in questo fine settimana, fateci un giro.

http://www.trekearth.com/gallery/Europe/Italy/Liguria/Genoa/genova/photo908141.htm


5 ottobre 2012

monocromo rosso - la barbabietola

Vivo al di sopra delle mie possibilità temporali.
L'unica via di fuga è ritagliarsi qualche minuto di evasione culinaria. Non molti, ne bastano venti per apparecchiarsi una cena insolita e colorata.
In mancanza di una saunapiùidromassaggio ci facciamo andar bene un

RISOTTO CON CREMA DI BARBABIETOLE

2 ottobre 2012

manie culinarie: Ottolenghi, Jerusalem e le crocchette di pesce

 
Loro non lo sanno ma io li amo. Il duo Yotam/Sami è il mio uomo ideale, in cucina.
Ogni volta che ho un loro libro tra le mani mi coglie l'eccitazione del piccolo chimico e vorrei trasformare ignari alimenti nei loro piatti. In tutti i loro piatti.
La cucina mediorientale è quella che più si avvicina ai miei gusti. Verdure, molte. Legumi, parecchi. Erbe, moltissime. Anche pesce e carne, ma dopo, da lontano.
Jerusalem,  il loro ultimo libro, ce lo siamo (è plurale-plurale, questa volta) comprate addirittura in prevendita. Come i concerti, per dire.
E' bellissimo. Ma davvero. Una meraviglia di libro.
Questa è la prima ricetta che cucino, appena appena modificata (non avevo voglia di capperi e l'aneto non l'avevo) ma niente di sostanziale. 
Aromatica, leggera, molto equilibrata risolve una cena. All-in-one.

 
Crocchette di pesce con melanzane arrostite e citron confit