"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

29 maggio 2012

coraggio





Volevo scrivere della Milano Food Week e di ciò che avevo visto e sentito.
Adesso importa poco.
Massimo Bottura, domenica sera, parlava con dolore di ciò che era capitato il 20 maggio e di come tutta la zona fosse da aiutare.
Adesso ancora di più.
Coraggio. Davvero.
Ci faremo venire in mente qualcosa per dare una mano- è una promessa.

(PoveraPazza)

23 maggio 2012

as-saggio finale: torta di fragole con gelatina allo yogurt

 E anche il corso di pasticceria è finito. Stancante, parecchio. Ma bello, parecchio.
Con le amichette Maria e Stefania ci è toccata in sorte la torta con mousse di fragole e geleé di yogurt ispirazione Montersino.
Lunghetta ma fa la sua porchissima figura. Si potrebbe inserire nella sottocategoria "piatti da acchiappo" non fosse che quelli che ho acchiappato io di solito preferivano la grigliata.

Bando alle ciance e via con le dosi:

21 maggio 2012

la rivoluzione la faccio domani: oggi rabarbaro

Milano, esterno giorno. Signora di mezza età con velleità giovanilistiche (io), sacca nera e borsa colorata cammina a passo spedito verso lo studio dell'oculista.
La sua attenzione viene prepotentemente attirata da una bottega di ortolano che espone in bella vista dei gamboni di rabarbaro che la signora aveva invano cercato di prodursi da sola senza alcun esito.
E' l'impulso di un momento: entrare, spendere 11,30 euri per un chiletto abbondante del prezioso vegetale e poi cercare invano di occultarlo nella sacca.
Dal simpatico oculista la signora si vede costretta a sciorinare la merce e tenere una lezioncina sull'uso del vegetale. Nasconderlo era impossibile, tanto valeva farlo notare ed apprezzare.


Chi scrive di cibo è gente curiosa, colpita da passioni brucianti e contagiose. Le manie sono stagionali ed epidemiche come la spagnola (intesa come influenza). La virulenza è massima e massimo il tasso di dimenticanza appena l'epidemia passa.
Tutti hanno avuto l'aglio orsino, molti il kamut e la quinoa, parecchi il rabarbaro. Le cupacakes sono più selettive e la pasta di zucchero colpisce solo alcuni.
Si cade in deliquio per una ciotolina o una posata arrugginita, si corre a imparare da chi si pensa ne sappia. Si corre, si corre e non sempre a proposito. A volte si resta stupefatti davanti ad un evento che ha gli stessi contenuti dell'orario dell'ATM ma è molto meno utile.
A volte i relatori trasmettono talmente poco che sembrano afoni. Sabato è capitato un po' così, non fosse stato per un molto onorevole prof del Politecnico che in minuti tre ha detto una bella quantità di cose sensate. Sugli altri calerà il mio silenzio.
E la rivoluzione la faccio domani.
Oggi, rabarbaro.

17 maggio 2012

le masse faticano ad educarsi: crumble di taccole

 
Sorprendentemente le masse si disinteressano alla mia campagna in favore della taccola. Ma io non demordo, cocciuta che sono. Presento la terza puntata della saga (zzzaga, come di zanzara che vola - la mia maestra di filologia germanica la pronunciava così) della taccola.
Taccola in forma di crumble - con pane di pasta madre avanzato, che non si butta niente, più. Non son tempi di sprechi, da queste parti. Dalle vostre, non so.

Da queste parti è sorta una certa rassegnazione nei confronti di alcune condizioni esistenziali:su tutte la (relativa, d'accordo) povertà del momento e l'età che avanza (oggettiva).
Et alors, il pane non si butta. La taccola già lessata meno che mai.
Et alors, ti fai passare sopra i mille "signora" che ti dicono al giorno, conscia della piega amara che ha preso la tua bocca, delle righette che contornano i tuoi occhi quando ridi.
Le cose cambiano, si vive meglio se cambiamo anche noi.

Che colpa ne ho se prima di ogni ricetta (sempre più semplice, sempre più essenziale) mi vengono delle omelie da messa delle undici? Questo momento è così- son certa che tra poco tornerò alle stupidate.

Crumble-questa-volta-con-taccola-ma-si-porta-con-tutto:

15 maggio 2012

educazione delle masse: elogio della taccola

 

Il mio nome di battaglia è Taccola. Sappiatelo. Sarò Taccola per il pranzo carbonaro, intanto. E poi diventerò Taccola aka PoveraPazza per tutto il resto.

La taccola è come me, misconosciuta ma di grande interesse.
 Di virtù profondissima, dolce di gusto, croccante ma tenera al cuore. Un toccasana (per l'intestino - nessuno è perfetto). La taccola fa primavera, mica come la rondine.
La taccola non so se sia cocciuta - io sì.
Siccome nessuno mi ha filato di pezza l'insalatina di taccolette novelle, io persevero e spero che molti si convertano al culto del pisello mangiatutto.

Stasera: risotto taccole mazzancolle e menta.

14 maggio 2012

un bel pranzetto in verità, in verità, in veritàààà

 
Voi che avete fatto nel fine settimana? Io ho fatto nascere il mio primo pane acido, ho aspettato che uscisse il libro per bene, ho visto un film (brutto) di Tim Burton (ma se li hai visti tutti tranne Alice in Wonderland mica ti puoi esimere), ho guardato un sacco di pioggia cadere, ho rivisto una persona dopo tanti tanti tanti anni. E' strano, davvero. Ci si ricorda da ragazzi, da bimbi quasi. E intanto la vita ti passa veloce, vivi in altre città, chissà che gente conosci, che lavoro fai. Hai sempre le snickers ma la barba bianca, o i capelli rossi - dipende.

Vabbè, quanto sopra non ha attinenza alcuna con il mio pranzo della domenica.
Un bel pranzetto, verde e non sciapo. Quando mi sentirete inneggiare al tofu vorrà dire che son pronta a diventare vegana. Fino a quel momento uovalatteformaggio me li mangio. 
E son contenta così.

Flan di asparagi (per quattro persone o due con riporto al pranzo del lunedì)

12 maggio 2012

la madre di tutti i guai


 
Mi son decisa. Dopo anni di proclami contro la schiavitù dela pasta madre e in ossequio alla coerenza che contraddistingue la mia vita, l'ho prodotta.
Questo tamagotchi panettiere adesso riposa al fresco, guancia a guancia con le fragole.
Il risultato del mio primo sourdough di sempre è quello che vedete. Non mi azzardo a pubblicare ricette, prima lo assaggio. Garantisco per la farina (Macina del Mulino Marino), molto meno per tutto il resto.
Ieri sera pensavo fosse irrimediabilmente perso. Ora penso sia imperfetto ma mangiabile. Vi terrò aggiornati su eventuali miglioramenti nella preparazione.
Nel librino "The handmade loaf" ho trovato un procedimento nevrotico che fa al caso mio. Si carezza la palletta di impasto per quindici secondi (giuro) ogni dieci minuti per parecchie volte, per poi lasciarla finalmente riposare per quattro o cinque ore (e se lo merita, via).
La prossima volta farò così.
 
E' una stagione di prime volte, questa.
Da ieri è disponibile, il nostro librino benefico, Ricette per bene. Sono selvaggiamente orgogliosa di essere in compagnia di gente davvero brava, per una buona causa.
Oddio, io ho giusto fatto una piccola cosa, il lavoro duro l'ha fatto chi ha trovato i canali giusti per l'effettiva realizzazione e la promozione. Date un'occhiata, scaricate e non ve ne pentirete. Costa quanto una rivista e in omaggio trovate il cuore di tutte noi. Cercate tra le righe, non è difficile da scovare.




(PoveraPazza - eternamente grata)

8 maggio 2012

piaceri minuscoli: le prime taccolette

 

 Questo pomeriggio riflettevo, col Fra, di come questo periodo sia strano.
Per entrambi, anche se le cause sono differenti.
 Il mio narcisismo è totalmente assente, sono contenta di guardare e imparare.
Ho voglia di passività. Forse sono solo stanca o a stancarmi è il pensiero delle novità non volute nè cercate che potrebbero capitare. Mi sono sempre descritta come poco materialista, mi pareva di essere un monaco buddista che spazza il mandala di sabbia appena finito. E' così, non mi affeziono agli oggetti, non mi mancano.
Questa mia creatura di mattoni e intonaco e vernici all'albumina e finestre e luce mi mancherà in modo forse intollerabile. O forse troverò altre idee balzane da realizzare in qualche altro luogo. Lo spero.
 Per ora mi bastano piccoli piaceri consolatori: due parole dette bene, un'argomentare interessante, un libro per bene in uscita, una cena tenera e dolce appena cucinata.

Minuscoli attimi che rendono un pò più luminose le giornate.

Insalata di taccolette e cipollotto con quenelle di caprino

1 maggio 2012

di forma e sostanza: pasticcini di mandorla


  
 L'unico ponte di un anno bisestile non può che essere piovoso.
Lo dico a tutti pubblicamente: voglio che finisca subito.
 Ora.
 Voglio chiudere gli occhi e svegliarmi nel duemilatredici, anche a scapito dell'anno in più che mi dovrò togliere. Come tutti gli altri che mi separano dalla precedente cifra tonda.
Una serie di spiacevolezze private e pubbliche mi rendono odiosi questi giorni.
Li addolcisco con le mandorle.