Questo è un post difficile.
Ha a che fare con belle sensazioni, conversazioni intelligenti, racconti di vita e passioni.
E poi, sì, anche e non marginalmente, con il cibo.
E' un post difficile perchè mi piacerebbe rendere giustizia a una giornata perfetta.
Francesco è uno di quegli incontri fortunati che ogni tanto capitano, una persona speciale e dai mille talenti. Ora sta a Londra, con la sua famiglia.
Da lì, lui e Cristiana, raccontano a noi non espatriati cosa capita fuori dai confini, raccontano le loro strade, gli incontri, i progetti. Ma anche la loro casa, i libri, gli amici, i ristoranti, i film.
Scrivono un bel blog,Calling at London.
Cucinano energie e relazioni, fanno girare idee.
Durante un tour italo-familiare, Francesco mi ha regalato un pò del suo tempo, una enorme confezione di za'atar, le spezie per il tandoori, dei fighissimi cookies di Fortnum & Mason e una ricetta.
Una deliziosa zuppa iraniana, di quando l'Iran era Persia, che gli ha insegnato La Maria.
Mi ha raccontato che nella cucina mediorientale le dosi vengono date per commensale, basta moltiplicare.
Dunque, per ciascun commensale:
- 1 cipolla bianca
- 1+1 uovo
- 1 tazza di brodo vegetale, di agnello o semplicemente, di acqua
- 1 cucchiaio di farina per addensare
- curcuma in polvere
- menta secca a foglia intera, se possibile
- olio, sale, pepe
- pane carasau per servire
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Affettare sottilmente la cipolla, farla appassire in poco olio senza farle prendere colore e cuocerla a fuoco dolce fino a quando sarà trasparente. Aggiungere brodo per non far colorire.
Aggiungere poi la curcuma e un uovo sbattuto. Cuocere per almeno venti minuti.
Se la zuppa risultasse troppo liquida, addensare con un cucchiaio di farina, ben stemperato.
Spezzare la menta e aggiungerla alla zuppa.
Aggiustare di sale e pepe.
A questo punto, con attenzione, sgusciare l'uovo rimanente (magari aiutandosi con una ciotolina) e farlo cadere nella zuppa calda, e lasciarlo rapprendere per almeno dieci minuti.
Se i commensali sono parecchi la bravura del cuoco sta nel tenere le uova separate, visto che ne toccherà uno a testa.
Servire in ciotole individuali, accompagnata da pane carasau.
E' sorprendente. Davvero buona e digeribile e nutriente e aromatica e confortevole.
Resterà, per me, indissolubilmente legata a quel momento, a quel pranzo, ai discorsi appassionati e commossi sulla Palestina e Nablus, al profumo dell'agnello marinato nel tè verde che cuoceva in forno, a una finestra socchiusa su un mondo che mi piacerebbe conoscere.
Fuori, non le mie montagne, ma la polvere del wadi, i limoni che maturano, i cieli azzurri, il check point, il muro.
Lontano, gli spari.
Francesco è invitato a correggere il mio approssimativo ricordo della sua creazione.
Ma soprattutto è invitato, se vuole, a dare un senso a un progetto che per ora ha solo un nome: cibArti. Ci penso, ci penso da tanto, ma ho bisogno di una miccia.
(PoveraPazza)
Mi è spiaciuto non ci fosse Cristiana, spero ci saranno altri luoghi e altre cucine.
E ringrazio Al, che invece c'era, per la sua inesauribile curiosità e le sue buone maniere ;-).
9 commenti:
ma la tutina "povera pazza" va indossata da tutti quelli che si cimentano ai tuoi fornelli?
: )
Devi venire a cimentarti anche tu, così avrai l'onore.
quel cucchiaino a mezz'aria sa tanto di ingrediente segreto......
bel post!
mi hai fatto scoprire un bel blog grazie :)
buona la zuppa
L'ingrediente segreto E' LUI ragazzi!
Daniela, l'ultima frase e' un complimento come mai ebbi nella vita.
In effetti nessun ingrediente segreto, nessuna ricetta dovrebbe averne, tranne quella della cocacola.
Dovremmo farne piu' spesso di queste ospitate.
Un abbraccio a te e anche a Al. Grazie.
Il fra
Fra: aspetto con ansia spignattamenti congiunti!
..."Da lì, lui e Cristiana, raccontano a noi non espatriati cosa capita fuori dai confini...". Io mi sento un po' come espatriata. Questo paese non è esattamente il mio. Nell'attesa di capire se è solo un brutto sogno, la cucina etnica, mescolata, fusion, a caso e a gusto personale mi sembra l'unica cosa che da un senso a questo essere un po' stranieri in casa. Ben venga il mix cultural-gastronomico: forse un MeltinPot ci salverà. In fretta però... Grazie dei pensieri condivisi qui :-)
Questo post mi è piaciuto tantissimo! E'... speciale! :-)
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