"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

13 marzo 2011

tu quoque

Tutti fanno il pane senza impasto, là fuori. Anche noi ci avevamo provato con esiti deprimenti.
La scorsa settimana avevamo scovato un video in cui un quattrenne, prezzolato con due tatuaggi all'acqua, si era prodotto in un pane molto molto migliore del nostro (pur cotto filologicamente in ghisa design Alessi). Mumble mumble: il libro di Jim Lahey già l'avevamo, la magnifica farina del Mulino Marino già l'avevamo sprecata una volta. Mancava una casseruolina di ghisa non troppo grande: ce la siamo procacciata (grazie a Filippo) a prezzo modico.
Dunque, pronti via.

Per 600 gr di pane:
farina Manitoba (stavolta, poi si vedrà): 400 gr
sale 8 gr
lievito di birra secco : 5 gr (lui dice 1 gr, ma con così poco a me non lievita)
acqua tiepida: 300 gr
crusca per infarinare 
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In una terrina mescolare farina sale e lievito. Aggiungere l'acqua e mescolare con un cucchiaio di legno. Il composto ottenuto sarà MOLTO colloso. If not, aggiungere uno o due cucchiai d'acqua.
Finito. Coprire con pellicola la terrina e dimenticarsela sul piano della cucina, non al sole, per un periodo che vada da 12 a 18 ore.
Io l'ho lasciata 16 ore. A questo punto sulla superficie dell'impasto si saranno formate delle bolle.
Ciò è bene.
Infarinare generosamente il piano di lavoro e, aiutandosi con una spatola, catafottere l'impasto in un solo pezzo sul piano medesimo. Cercare di dargli una forma tondeggiante usando le mani leggermente infarinate.
Cospargere di crusca un tovagliolo pulito e posare la massa molliccia di acqua e farina con la parte piegata di sotto, pensando: non ci riuscirò neppure stavolta. E' troppo molle.
Ricoverare il fagotto in una terrina stretta e con i bordi alti, in modo che la massa tenda verso l'alto.
Ricoprire con gli angoli del tovagliolo e lasciare lievitare per due ore. Anche qui, bolle a non finire.
Mezz'ora prima che scadano le due ore, arroventare in forno a 250° la pentola di ghisa con coperchio che vi sarete procacciati (ma credo che tutti l'abbiano, mancavo giusto io).
Estrarla con ogni cautela e le opportune misure di sicurezza dal forno e rovesciarci dentro il nostro composto che vuol esser pane, parte piegata in alto. In pratica si rovescia il tovagliolo nella pentola, tenendo una mano sotto a sorreggerlo.
Cuocere, coperto, nel terzo basso del forno per 30 minuti, poi scoprire e cuocere altri 15-30 minuti.
Estrarre e lasciar raffreddare completamente prima di affettare e sbranare con soddisfazione.
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Ecco, so che il mondo non stava con il fiato sospeso ad aspettare che anche qui si producesse il pane più famoso del mondo.  Ma io son contenta che sia venuto.
(PoveraPazza)






5 commenti:

Geppino ha detto...

Incantevole. Sia le descrizione che il prodotto finito.

( parentesiculinaria ) ha detto...

:D
Strepitoso!
Salvo... sia mai che mi riappacifichi col ldb...!!
E ciò sarebbe bene! :D

Unknown ha detto...

Ciao cara!!!
Sei invitata ufficialmente a partecipare al mio primo contest!!!
Un bacione!
Dada ^.^
http://lericettedellamorevero.blogspot.com/2011/03/cosa-sforno-oggi-primo-contest-delle.html

Ilaria ha detto...

Bellissimo!
Io adoro i lievitati!!
Complimenti per il blog, stasera faccio il tuo risotto con burrata e limone....
Ciao

PoveraPazza ha detto...

Incredibile ma vero: l'ho rifatto ed è ri-venuto. Dunque il busillis sta nel mettere più lievito di quello che dice lui nella ricetta originale. Almeno per me.
Ilaria: ti è piaciuto il risotto? Raccontami!