"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

5 maggio 2010

Dalle parti di Torre Annunziata

Uscita Torre Annunziata Sud?  Nord?
Il riferimento è il centro della città. Ci avviciniamo. Moto browniano di motociclette.
A destra, a sinistra, a zig zag, sotto, sopra. manco avendoci gli occhi di una mosca.
Verso il centro il reticolo delle via si fa più regolare. Una moto nervosa ci tallona, sembra voler
passare, poi rientra, poi riguadagna la mezzeria.
All'incrocio abbandona i propositi bellicosi e si blocca.
Setaro? Più avanti.
All'isolato successivo, stessa storia. Noi incerti, quale dedalo imboccare. Nel dubbio
sempre avanti. Moto rombante dai nervi tesi al seguito. Fino all'isolato successivo.
Al terzo passaggio della staffetta bi-ruote ci fermiamo. Il terzo centauro si ferma.
Il terzo centauro si informa sui nostri fini ultimi.
Setaro? Fuori zona, tornare indietro con impacciata inversione a U.
Il terzo centauro commenta col quarto centauro (ormai solo in potenza) fermo sulla strada
'nn a sape porta proprio 'a machina'. La diagnosi come ignominia si abbatte sulle nostre teste,
e ci priva dell'opportunità di un supplemento di interesse.
Dopo iniziale stupore (memore della romantica signora inglese) per il servizio di accoglienza
organizzato dalla pro loco (molto pittoresco) siamo illuminati sulla via di Damasco.
Non di accoglienza ma di scorta si tratta. Sulla 'pro loco' ci avevamo azzeccato, pero' ....
Ci siamo avventurati in una zona 'militarmente presidiata' mettendo in scena qualche pagina di Saviano.
Deciso ... il quartiere ci piace poco e si prosegue come nell'ambientazione silenziosamente
attonita e sgomenta di un conflitto atomico..... e la qualità urbanistica suggerisce
che siamo già al "the day after" ....
La luce ... una indicazione per gli scavi di Oplontis, sontuosa residenza patrizia  romana.
Talora, per trovare qualche testimonianza di civiltà sembra che l'unica possibilità sia uno scavo archeologico.
In uno degli edifici sopravissuti al conflitto atomico ha sede la ditta Setaro.
Setaro è La Pasta.
In verità posso testimoniare almeno due scuole di pesiero dominanti: Pasta Setaro e Pasta Faella di Gragnano.
Come con Coppi e Bartali, la Lollo e la Loren.
E soprattutto Tertium non datur!
Dove mi porta il cuore già s'e' capito.
All'interno della ditta si cammina su un tappeto di farina di semola di grano duro, tra sacchi di pasta mista e seconde scelte.
Per accedere alla sancta sanctorum. Paccheri e mezzi paccheri, ziti, pene lisce e rigate, farfalle, spaghetti e tagliatelle, linguine e buchatini in confezioni troppo studiatamente vintage per non lasciar secchi.
I freni inibitori perdono l'olio. E' assalto isterico agli scaffali.


Alla conta, trenta chilogrammi di pasta.


Ultimo passo, la transazione economica.
E' officiata in antro da un vegliardo che incute religioso rispetto. Secco come un abitatore della cripta dei cappuccini. Scrive su un foglio di carta i numeri. In colonna. Tira una riga volitiva. Le ultime cifre evocano il verdetto. Inappellabile come Minosse. Molto più chiaro pero', va riconosciuto, del responso della sibilla cumana. In contanti.


Siamo al rientro dalla sbornia. Trenta chilogrammi di pasta. Forse è troppa.
Seconda avvisaglia. Trenta chili issati sulle rampe di piperno (3 piani, 6 metri per piano).
Terza avvisaglia. Alla richiesta di ospitalità la dispensa risponde niet!
Si squarcia il velo di maia...... farà le farfalle!


Me ne devo liberare!

(ViPeron)
PS. Se frequentate qualche negozio di alimentari tipo franchising Bulgari, potrete trovarla credo in tutt'Italia. L'ho vista anche a Cividale del Friuli, sul confine sloveno.

7 commenti:

PoveraPazza ha detto...

ViPeron si è dimenticato di dire che i trenta (30) chilogrammi di pasta erano per lui solo.
Fortunatamente qualche chilo superstite ha preso la strada del nord, come dono propiziatorio e scambio culturale: Setaro contro Vialone Nano..

amedeobolinari ha detto...

un po' forzata l'ambientazione... molto originale trasporre la tipica realtà di Udine [sporcizia, disagio sociale, degrado urbano] in una nobile e
raffinata location come il quadrilatero delle carceri di Torre Annunziata...

PoveraPazza ha detto...

la prossima volta raccontiamo la spedizione da Eataly (ti ricordi?)!!

ViPeron ha detto...

Amedeo fa lo 'sgnorri', quello che secondo la vedetta della camorra non sapeva portare la macchina era proprio lui

Geppino ha detto...

A Padova, la pasta Setaro la contratto con i futures petroliferi e i diamanti grezzi della De Beers.

Due anni fa ho avuto la faccia tosta di mandarci mio padre a saccheggiare Setaro: malgrado i suoi 85 anni e' ritornato: 1) vivo; 2) estasiato; e 3) senza alcuna lamentela sulle nuances urbanistiche e antropologiche del circondario!

Infine, questo post mi da il la. Appena mi riprendo dal viaggio-odissea paghero' anche io il mio tributo all'archetipo della pasta.

ViPeron ha detto...

Ma Geppo, tuo padre mica dova romanzare in un blog! Poi io sono context sensitive!

Ciboulette convincilo il marito. Come ha testimoniato Geppo, si può anche far ritorno vivi.

Geppino ha detto...

A parte la provvidenziale atarassia che ti prende quando vai molto avanti con gli anni, c'e' da dire che anni e anni di frequentazione ti fanno un po' perdere sensibilita'. Sono sicuro che io avrei dovuto fare appello a tutta la scarsa napoletanita' residua rimastami per evitare il deliquio!