"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

10 dicembre 2010

la gobbetta perfetta

piatto, casetta e bacche: Caterina

Le mie madeleines, si sa, sono le pesche ripiene. Fanno parte della memoria culinario-affettiva della mia infanzia.
Le madeleines, invece, sono ciò che sono: un delizioso dolcetto da tè, senza implicazioni sentimentali.
Questo fino a ieri, quando, complice Caterina, e il suo stampo arrivato da Parigi, i dolcetti sono diventati coccole e abbracci e chiacchere e una bella giornata passata insieme.
Terrorizzata dalla possibilità che la gobbetta non venisse, ho raffreddato ben bene l'impasto in frigo (tanto il forno era impegnato a seccare le verdure per il dado).
E poi, complice la fortuna del principiante, l'incoscienza o la legge di compensazione (la sfortuna ieri aveva preso la strada del meccanico) il dromedario-dolce è nato.
Abbiamo usato:
120 gr di farina
110 gr di zucchero
un pizzico di sale
mezzo cucchiaino da caffè di lievito per dolci
100 gr di burro
2 uova bio
un nonnulla di cannella
la buccia di un limone bio
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Là fuori tutti sanno madeleinare, ma per chi ancora avesse dubbi:
sbattere con una frusta le uova, lo zucchero e un pizzico di sale.
Far sciogliere il burro a bagnomaria e unirlo al composto uovazucchero.
A questo punto aggiungere gli aromi scelti: in questo caso cannella e limone.
Mescolare bene e unire la farina e il lievito.
Ricoverare in frigo per una notte.
L'indomani accendere il forno e portarlo a 250° . Riempire gli stampini con un cucchiaio d'impasto e infornare per cinque minuti. Sembra che non succeda niente ma poi, come per magia, il vulcano erutta e la gobbetta si forma. Abbassare subitissimo il termostato a 180° e proseguire la cottura per altri cinque minuti.
Raffreddare su una gratella e servire con del buon tè.
Ti sistemano il pomeriggio, garantito.
PoveraPazza)

6 commenti:

Lydia ha detto...

Daniela, finalmente vedo delle gobbe perfette.
Non capisco perchè molti si ostinino a chiamare madeleines dei plumcake a forma di conchiglia.
E' lo chock termico che fa la differenza.
BRAVA!!!!
Un bacione

ViPeron ha detto...

proprio belle.

silvia ha detto...

occavolo! sono perfette. per fette!

MilenaSt ha detto...

Sono perfette: è lo shock termico il segreto per le gobbe perfette :D
Tocca a me trovare un'amica compiacente che mi regali lo stampo :D

PoveraPazza ha detto...

Grazie a tutti. Credo anche io che sia lo shock termico a generale il piccolo vulcano.
E Milena, lo stampo Caterina lo ha prestato solo per l'esperimento. Poi l'ha riportato all'ovile, insieme con il prodotto finito!

amedeobolinari ha detto...

caaaaavoletti che scartiello : )