"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

8 giugno 2010

s-quiche erbivora 1.0 - con piattoni


C'è stato un tempo in cui le torte salate usavano molto tra i miei amici. 
Alcune erano indovinate, altre una mera scusa per finire derelitti rimasugli di frigorifero.
Non è mia abitudine cucinare per finire qualcosa. Preferisco mangiarla (oh..farla mangiare) così com'è, senza rovinare una ricetta potenzialmente buona con ingredienti non al loro massimo.
Vabbè, questione di snobismo immagino.
Dichiaro quindi pubblicamente che questa quiche è stata cucinata con ingredienti comprati appositamente. Le verdure cominciano ad avere un qualche sapore, finalmente. E confesso che mi è venuta una nuova mania: le farine. Oddio, questa è di farro, ma mi sono appena procacciata anche il kamut e il riso. Vi farò sapere.
Ho usato la pasta per torte salate di Felder che va molto di moda in rete. L'avevo già provata in precedenza trovandola soddisfacente.
Ho usato 100 gr di farina 00 e 100 gr di farina di farro integrale, 5 gr di sale, 90 gr di burro morbido a pezzetti, 20 gr  (un pochino meno) di acqua molto fredda, 1 uovo.
Si mescolano tutti gli ingredienti secchi con il burro morbido intridendolo, si aggiungono uovo e acqua e si impasta velocemente fino a che la pasta sarà liscia ed elastica. Si copre con pellicola e la si lascia riposare in frigo per almeno un'oretta.
Per il ripieno, questa volta, ho mescolato due tazze di piattoni lessati e tagliati a pezzetti con 150 gr di ricotta di pecora, due uova intere, una ventina di foglie di basilico tagliuzzate, 50 gr di ragusano grattugiato, due cucchiai di yougurt, sale e pepe.
Nel frattempo ho steso la pasta con il mattarello , abbastanza sottile, ho foderato una tortiera di 26cm di diametro ed ho bucherellato il fondo con una forchetta.
Ho lasciato cuocere in bianco per dieci minuti a 180°, ho completato poi con il ripieno livellato, decorato con dieci pomodorini ciliegia interi.
Ho cotto la torta per una quarantina di minuti a 200° (ma il mio forno credo scaldi un pò meno del normale).
Trovo che sia migliore se mangiata almeno tiepida e non fredda.
Come tutte le torte salate si conserva per un paio di giorni, diventando risorsa per pranzi in piedi o alla scrivania.
Penserete che ho la fissa della schiscetta, ma a pranzo ho sempre così poco tempo che mi farebbe piacere avere qualcosa di pronto da mangiare velocemente senza ripiegare sulla mia, pur amatissima, insalata.


Visto la mia peonia? Talmente bella da essere commovente.



5 commenti:

ViPeron ha detto...

riconosco la rosa sotto. E' della Certosa di San Martino!!

Unknown ha detto...

ti piace? ne ho altre belle, te le mando se vuoi!

Sabrine d'Aubergine ha detto...

Mi piacciono le taccole, la frolla salata, le peonie... e pure la tua quiche! Brava!
A presto

Sabrine

Carmine ha detto...

simpatico il vostro blog e copmplimenti sia per la torta salata che per la peonia

Unknown ha detto...

ma carino! ci (mi..) piacciono i complimenti!!!