"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

16 giugno 2010

colazione sperimentale: per quando sarà estate


E' ufficiale: sono depressa. Due giorni di pioggia torrenziale fiaccherebbero resistenze ben maggiori.
Ho provato a ringalluzzirmi con una colazione-che-diventa-dolce-che-può-essere-anche-salata MA NIENTE.
Per ora sono ancora bluissima.
Mi ero comprata un tot di farine alternative per provare questo e quello, pregustando il caffelatte del mattino con una fetta, chessò, di cake al kamut, seduta al sole sulla MIA TERRAZZA.
Nisba- nada- rien.
Acqua a catinelle (vi scrivo con le reali terga umidicce causa finestrino dell'auto dimenticato aperto, per dire), cieli plumbei e nessun colore.
Però almeno la farina di riso l'ho aperta e ne sono venute fuori delle cialdine che si abbinano al dolce e al salato indifferentemente. Non male, direi, anche se niente di veramente esaltante.
Ne ho fatte una decina, piccoline, con 200 gr. di farina di riso, un cucchiaio di olio d'oliva, un pizzico di sale e una punta di cucchiaino di bicarbonato. Si mescolano tutti gli ingredienti con acqua naturale, fino a formare una pastella non troppo liquida. Nella solita padellina antiaderente calda si versano due cucchiai del composto per ottenere queste piadine-crepes-pancakes del diametro di 8-10cm circa.
Si cuociono da entrambi i lati e sono pronte per essere usate come accompagnamento di qualche mangiarino salato, come salumi e formaggi o dolce, come questa composta di pesche con cui ho colazionato io.
Avevo delle pesche bianche senza granchè sapore che languivano nel frigo. Le ho tagliate a pezzettoni, condite con un cucchiaio di zucchero di canna e il succo di un lime. Ho fatto sciogliere in un pentolino una noce di burro e le ho saltate velocemente. Volendo si può aggiungere della menta tritata, del pepe di Sichuan o robe così. Se si preferisce una versione più consolatoria e dessert-like basta servire con una pallina di gelato di crema.
A me l'umore non si è rallegrato, magari a voi sì, carini.
(PoveraPazza)

2 commenti:

amedeobolinari ha detto...

prova con una sfogliatella non so se l'umore s'impenna di sicuro si allarga

Unknown ha detto...

ci manca solo allargarsi, adesso...