"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

Visualizzazione post con etichetta cottura al forno. Mostra tutti i post
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14 febbraio 2015

tortine di miglio e mele, per colazione


Si cambia, nella vita. A volte per naturale evoluzione, altre per sopravvenute necessità. Questo blog è congelato da tempo, i miei interessi e il mio tempo sono altrove. Chissà se qualcuno si è accorto della mia assenza. Non credo, e va bene così. Lasciare una traccia in punta di piedi, una traccia leggera che si cancelli subito, è la mia aspirazione.
Durante la mia assenza mi sono appassionata (ancora di più) di alimentazione salutare e non reattiva, ho scoperto di essere sensibile (troppo) al glutine, ho eliminato quasi del tutto i cibi di origine animale. E insomma, eccomi qui.
Stamattina ho fatto queste tortine, son risultate deliziose e magari possono interessare a qualcuno.

Per 12 piccole tortine (ho usato gli stampi da minimuffin):

- olio di riso (per lo stampo)
- 2 mele farinose, sbucciate e grattugiate
- 1 tazza di miglio decorticato
- mezza tazza scarsa di uvetta
- 3 datteri medjoul
- qualche cucchiaio di semi di girasole
- succo e buccia tritata di un limone grande
- latte di riso (o normale, o succo di mela)
- una presa di sale

--
Sciacquare il miglio e farlo tostare leggermente in una padella antiaderente. Dovrà asciugare tutta l'acqua ed i semi dovranno leggermente aprirsi. Non fatelo scurire.
In una ciotola mescolare le mele grattugiate , l'uvetta, il miglio, i semi di girasole, i datteri snocciolati e tritati grossolanamente, il succo e la buccia di limone ed il sale. Mescolare con attenzione, soprattutto per distribuire uniformemente la frutta secca.
Ungere con l'olio di riso gli stampini e riempirli con un cucchiaio ben colmo di composto. Bagnare ogni stampino così preparato con una cucchiata del liquido scelto: latte o succo di mela. Coprire con carta d'alluminio ed infornare a 180° per 30 minuti circa, lasciando coperti gli stampini. Trascorso questo tempo controllare che il liquido si sia assorbito e il miglio si sia leggemente gonfiato. Continuare la cottura a stampi scoperti per altri venti minuti o fino a doratura.
Queste tortine si possono consumare tiepide o fredde. E sono buone.

15 maggio 2014

rabarbaro e fragole al quadrato


 C'è più vita su Marte che in queste pagine, recentemente. Ogni tanto mi ricordo di avere, da anni,  aperto un blog in cui scrivere fatti miei, varie ed eventuali. Poi scaccio il pensiero e tutto torna placidamente nel dimenticatoio. Non dovrebbe essere una giustificazione il fatto che mi arrabatto a scrivere su Gastronomia Mediterranea, di fatto lo è. L'acqua è poca e la papera non galleggia. Il tempo, il vero lusso dei nostri tempi, è irrimediabilmente poco.
Non posso però esimermi dal pubblicare questo esperimento con la produzione propria di rabarbaro e fragole. Yes! Dopo anni tre di onorata coltivazione in vaso (35g, pesati, la scorsa primavera) finalmente il rabarbaro ha messo delle foglione - con conseguenti gamboni - che posso essere usati. Evviva.
Le fragole invece sono una vecchia e consolidata abitudine terrazzifera e non ci hanno mai negato delle belle soddisfazioni.

Lunga e poco interessante premessa per arrivare a questi quadretti croccanti qui sotto. In perenne ricerca di alternative casalinghe al biscotto/cake/fetta biscottata industriale da mangiare per colazione, questa volta mi sono imbattuta in questa ricetta di Smitten Kitchen, l'ho un po' adattata alle mie fisime, l'ho fatta assaggiare a mezzo mondo e posso dire che è buona. Ho provato anche un'alternativa alla fragola (albicocche) ma niente, il rosso + rosso è la morte sua.

Facile, veloce, abbastanza salutare. L'ideale. fidatevi.

quadretti rabarbaro e fragola

Per una normale teglia da lasagna serviranno:

80g fiocchi d'avena
80g farina 0
60g zucchero muscobado+1 cucchiaio
1 cucchiaio di amido di mais
1 cucchiaio di succo di limone
1 pizzicone di sale
1 puntina di cucchiaino di lievito chimico
60g di burro sciolto
150g fragole a pezzetti
150g rabarbaro a pezzetti

In una ciotola mescolare avena, farina, zucchero, sale e lievito. Aggiungere il burro e mescolare con un cucchiaio, intridendo ben bene gli altri ingredienti.
In una seconda ciotola condire la frutta con limone, il cucchiaio di zucchero rimasto e, volendo, l'amido di mais.
Formare uno strato di bricioline sul fondo della teglia, cercando di renderlo il più compatto possibile, lasciado da parte almeno 1/3 della mistura.
Coprire con la frutta e completare con le briciole rimaste.
Stop, basta, finito.
Cuocere in forno a 180 per 40 minuti circa. Raffreddare, tagliare, mangiare.

As simple as that.

(PoveraPazza) - foto ignobilmente prese con l'aifon di mattina presto. e ho detto tutto.

27 febbraio 2014

tempeh al forno - e pure marinato


Mi piace più del tofu e forse addirittura più del seitan: il tempeh! Una saponettina di fagioli di soia gialla, parzialmente cotti e fatti fermentare, con un alto contenuto di proteine (22g su 100 di prodotto) e molto digeribile. Come sempre il sapore è neutro e quindi conviene aggiungere erbe o spezie per renderlo appetitoso.
La mia cena, digerita ancor prima di raggiungere lo stomaco è stata:

Tempeh al forno, con rape colorate

 

21 febbraio 2014

se non è cacao, cos'è? colazione insolita


Cari amici vicini e lontani, buongiorno. In queste paginette compaio ormai a cadenza quinquennale, ma sapete com'è so many men so little time (eh, figurarsi). Gastronomia Mediterranea mi fa studiare per evitare di scrivere castronerie, cucinare non cucino quasi e quando lo faccio niente è memorabile abbastanza. Quindi trovo raramente l'occasione giusta per condividere scoperte con voi.
Ma questa volta..
L'occasione è stata la nuova tortiera blu pavone che tutte ci siamo regalate con i punti del signor slunga. E poi, a dire il vero, torte per colazione e pane sono le uniche due attenzioni al cibo cucinato che in questo momento riesco a concedere.
Questa pare una torta al cacao, giusto? Una sana e rassicurante torta al cacao, semplice, da caffelatte.
E invece no.

24 gennaio 2014

ricomincio da t (ofu)




Uh, che pomeriggio impegnato è stato quello di oggi. Si chiacchierava su fb di disturbi alimentari, di ortoressia più specificamente, cioè dell'ossessione per il cibo sano. Non la generica attenzione, si badi. Quella ce l'ho anche io che non soffro di ortoressia manco per niente e mangio cibi sani solo se mi piacciono. C'è un'eccezione: il tofu. Ho provato innumerevoli volte a farmelo piacere. Niente. Continua a farmi schifo ma ogni tanto lo compro perchè, mi dico, contiene proteine "buone" e io ne mangio troppo poche. Fatto sta che in frigo avevo questi due blocchetti, in borsa la nuova versione veg di Sale & Pepe, così ho deciso di provare una ricettina di tofu marinato al limone e pepe.


Che serve:  400 g di tofu, un limone, salsa di soia, pepe.
Si fa perdere l'acqua al tofu lasciandolo sgocciolare sotto un peso per almeno trenta minuti, lo si asciuga, lo si taglia a cubi e lo si lascia marinare in salsa di soia (io shoyu bio, per dire), succo di limone e pepe per altri trenta minuti. Lo si salta in un goccio d'olio e lo si serve con verdure e riso. Avevo della zucca al forno al rosmarino e poca buccia di limone. 
Niente, non mi piace neppure così. 
La possibilità gliel'ho data, ma basta.  Preferisco il seitan - oppure un bel piatto di fagioli. 
E proprio i fagioli ho cotto mentre aspettavo che la saponetta di soia marinasse.

Lo so, sono una cattiva persona.
(PoveraPazza)

4 luglio 2013

a grande richiesta: tortine olio d'oliva e farro


Non avevo intenzione di pubblicare la ricetta di queste - ennesime - tortine da colazione (unico alimento che cuocio da un po' di tempo a questa parte).
Però me l'hanno chiesta e io, ligiamente, la scrivo.
Celebriamo anche l'ultima foto brutta del blog. O meglio, l'ultima foto fatta con la mia fedele vecchia macchinetta bridge che mi è stata fedele per lunghi anni. Da domani - forse - si cambia. Il regaletto reflex digitale è giunto or ora. Prevedo di romperla ancor prima di metterla in funzione. Sono così maldestra con le cose che sembrano delicate.

Intanto:

 Tortine olio d'oliva e farro

7 giugno 2013

senzasenza ma con sorpresa

Volevo rassicurare le schiere di lettori del blogghettino. Vi sentite orfani delle succulente ricette che sono solita pubblicare, infarcite di arguti commenti e di leggiadre condivisioni dei miei pensieri più intimi?
Ebbene, cari lettori, non siate tristi. Non cucino. Non ne ho il tempo nè, a dire il vero, l'inclinazione negli ultimi tempi. Mi pare che mi abbiano rubato le notti e le giornate già non erano mie da tempo.
L'unica promessa fatta a me stessa che sto, con fatica, mantenendo è: trattarsi bene appena svegli.
Allora un piccola routine dei cinque tibetani e un dolcino non industriale per colazione. Poco dolcino, ma non sottilizziamo.

Tortine al sambuco e semi di papavero

23 maggio 2013

cialde -un altro modo di preparare la bieta

 


 Riflessione sul blogghettino: ormai ha preso una deriva quasi esclusivamente vegetariana.
Sarà che qui non si cucina niente di "finto" o dedicato alla pubblicazione. Qui si cucina per sè e ciò che si cucina si pubblica. Capita raramente che si cucini qualcosa di animale e in genere avviene quando ci sono ospiti di riguardo. Gli ospiti amici, quelli di casa, son trattati come pezze da piedi e nutriti a biada e fieno. Sempre che ci siano, gli ospiti. Che se uno lavora fino alle ore canoniche poi ospiti non ne può avere.
Cambierà. Per ora vi toccano le

Cialde di bieta da costa

600g bieta da costa
1 uovo
2 fette di pane casereccio (il mio autoprodotto e a lievitazione naturale)
50 g formaggio a pasta dura, il mio di capra
un cucchiano di spezie a scelta (le mie NoMU , African Rub)
due bicchieri di latte
sale
olio d'oliva

Portare il forno a 180°.
Ammollare il pane nel latte tiepido.
Mondare la bieta, separando le coste dalle foglie. Lavare bene, benissimo anzi.
Cuocere separatamente coste e foglie, senza aggiungere altra acqua oltre quella rimasta dal lavaggio.
Scolare entrambi e far raffreddare quel tanto che permetta di strizzare la verdura con le mani. Strizzare bene, elimanando la maggiore quantità di acqua possibile.
Strizzare anche il pane. Trasferire il pane in un mixer e tritare grossolanamente.
Tritare a coltello la verdura. In una grossa ciotola mescolare verdura, pane, uovo battuto, formaggio grattugiato, spezie e poco sale.
Rivestire il fondo di una teglia di carta da forno, ungere con una lacrima d'olio.
Trasferire il composto in strato sottile. Cuocere in forno caldo per una trentina di minuti.
Lasciare raffreddare e tagliare a fette regolari.
Le cialde sono una schiscetta perfetta, con o senza insalata di contorno.

(PoveraPazza)




16 maggio 2013

asparagi arrostiti e altre cose

 
Due righe, e di corsa, per mettere il mondo a parte di una mia recente scoperta: l'asparago si può arrostire. Che si potesse bollire, cuocere a vapore e persino grigliare mi era noto. 
Ma passato al forno, crudo, no, non immaginavo si potesse.
Invece sì. E sa più di asparago, vi avviso.
Così, in una serata piovosa e tra uno sternuto e l'altro, ho preparato una cena vegetariana (che novità) replicabile con molteplici variazioni possibili.

Per due persone:
un mazzetto di asparagi da 500g
3 patate novelle medie
fleur de sel
poco olio d'oliva
il succo di mezza arancia
un cucchiaio abbondante di senape

Lavare le patate senza sbucciarle (le mie novelle e bio, come gli asparagi) e tagliarle a pezzettoni. Condirle con poco olio e pochissimo sale. Disporle in una teglia foderata di carta da forno e cuocerle a 180° per 15 minuti.
Nel frattempo mondare gli asparagi, tagliando il gambo nel punto in cui si spaccherebbe naturalmente. Se non sono legnosi non occorre neppure sbucciarli con il pelapatate. Io li ho lasciati integri.
Condire gli asparagi con poco olio e sale e poggiarli sulle patate. Avevo del tofu di ottima qualità ed ho aggiunto pure quello, a cubetti.
Passare in forno per 15 minuti o fino a che gli asparagi non siano teneri ma non raggrinziti.

Condire con una salsina ottenuta emulsionando la senape (nel mio caso preparata maison) con il succo d'arancia.
Volendo si può servire tiepida o fredda, come insalata. Stasera il piatto fumante ci stava tutto.

(PoveraPazza)


29 aprile 2013

"baklava" salata

 Brevissimo post, di un esperimento riuscito.
L'altro giorno pensavo alla baklava, a quanto mi piaceva il croccante della pasta phyllo e della frutta secca  e mi son detta: perchè non provare una versione salata?
Avevo a disposizione delle bietoline freschissime così è nata la baklavizzazione della pasqualina. Più o meno.
Le prossime volte cambierò solo una cosa: invece di dividere i fogli in due tegliette userò una confezione per una teglia sola, aumentando l'ultimo strato.

Per due piccole teglie:

1 confezione di  pasta phyllo (la mia surgelata ma si trova anche fresca)
600 g di bietoline
buccia grattugiata di un limone
due cucchiai di  mandorle tostate e tritate grossolanamente
tre rametti di  timo fresco
200g di Seirass o ricotta di fuscella o ricotta di buona qualità
30g burro fuso
2 uova
sale pepe

Lavare molto bene le bietoline, di cui si utilizzeranno anche i gambi. Scolarle e farle stufare senza aggiunta di altra acqua e per pochi minuti. Trasferirle in uno scolapasta perchè perdano la maggior parte del liquido di cottura.
In una ciotola mescolare ricotta,le uova, le foglioline di timo e buccia di limone.
Strizzare molto bene le bietoline e tagliarle a coltello, aggiungerle alla crema di ricotta e aggiustare di sale e pepe.
Spennellare di burro le due teglie. Dividere a metà i fogli di phyllo. Foderare con due fogli il fondo delle teglie e proseguire a comporre gli strati ponendo un foglio di phyllo spennellato di burro, due cucchiaiate di ripieno e un cucchiaino di mandorle tostate.Proseguire fino all'esaurimento del ripieno, finendo con almeno due fogli di phyllo, sempre spennellati di burro.
Prima di infornare tagliare la "baklava" a quadretti perchè da cotta sarà molto difficile farlo senza produrre una enorme quantità di briciole.

Cuocere in forno a 180° per 45-50 minuti o fino a quando la superficie non sarà dorata.

As simple as that, ma un buon pranzo.

(PoveraPazza) sempre in silenzio stampa.

22 aprile 2013

basmati al forno con piselli: per digerire questo Paese

 

Ho bisogno di recuperare alcune cose. Immateriali, ahimè. Se fosse il tappo della biro caduto sotto il letto non sarebbe difficile. E invece qui si parla di medi (se non massimi) sistemi: fiducia tradita, voti che si vorrebbero riprendere indietro, pulizia reclamata.
Non riesco ad essere più spiritosa di così, non vogliatemene. Sono indignata prima e prostrata poi dallo sfacelo di questo Paese. 
Mi arrangio come posso, comincio a pulire me stessa e per evitare di affogare il dispiacere nei bianchetti (intesi come vini) a colazione, mi accontento del bianco del riso che almeno si digerisce facile. Almeno lui.

Basmati al forno con piselli (minimamente modificata da Pietro Leeman)

Per quattro persone (tre se fameliche)

150g riso basmati
200g piselli novelli sgranati e sbianchiti per due minuti in acqua bollente
buccia grattugiata di un limone
aneto qb
500ml latte di riso
20g amido di mais
50 g mandorle pelate, tostate e tritate grossolanamente a coltello.
olio d'oliva
sale

Preparare il basmati nel (mio) modo consueto: ungere appena il fondo di un casseruolino, mettere sul fuoco e aggiungere il riso. Mescolare. Coprire a filo di acqua calda salata. Portare a bollore e lasciar bollire acqua e riso per un paio di minuti. Coprire la casseruola e spegnere il fuoco. Aspettare 10-12 minuti: il riso avrà assorbito tutta l'acqua e sarà pronto.
Nel frattempo sciogliere l'amido di mais in poco latte di riso in una casseruola. Unire il resto del latte, mescolando bene. Porre sul fuoco e sobbollire fino a che la crema non si sia addensata. Verificare che non sia troppo dolce : il latte di riso è dolcissimo di suo - attenti.
Mescolare aneto tritato e buccia di limone. Aggiustare di sale.
Ungere il fondo di una piccola teglia con olio, fare un primo strato con metà del riso, appiattendo bene.
Coprire con piselli, mandorle e crema di riso e chiudere con il restante riso.
Passare in forno a 180° per una ventina di minuti.

Leggerissimo, puro, aromatico. Non sostituisce il bianchetto ma accontentiamoci.



(PoveraPazza)


4 aprile 2013

terrina di verdure (ogni scarrafone..)

 

Esatto! Sono a dieta. C'è stata Pasqua,no? Dice: ma non hai mangiato molto. E vabbè, portiamoci avanti e patiamo , ce lo chiede l'Europa.

Avevo pensato a polpette al forno, ancora. Ma la polpetta richiede il pane ammollato e noi il pane ammollato non lo  volevamo usare, noi (passo al plurale maiestatis che c'ho deliri di onnipotenza) . Il carboidrato infido è sempre in agguato, si cela dietro il grasso saturo e provoca innumerevoli danni alla silfiditudine che contraddistingue noi donzelle.
Dalla polpetta alla terrina il passo è stato breve. Due patate, a legare, e un accompagnamento variabile a mescolare le carte degli avanzi che non si possono evitare et voilà, la cena è fatta.


19 marzo 2013

senza perdere la tenerezza


  
Non paia blasfemo. Fino ad oggi era il titolo di un (bel) libro di Paco Ignacio Taibo II che parla del Che. Da oggi ci ricorderà questo divo Francesco e ci farà tornare in mente l'assoluta mancanza di creatività dei giornalisti. Uno comincia e tutti lo seguono senza l'ombra, per carità, di un pensiero autonomo. 
E vabbè.

Ma non divaghiamo. Ieri avevo bisogno di qualcosa di forte. E mi son fatta le polpette (al forno, sia mai) di cavolfiore. Pensa che trasgressione, pensa che botta di vita.
Ma c'era del gran bel peperoncino.


20 gennaio 2013

Pan tramvai


 
 Sono ignorante. Ignoro l'esistenza di milioni, miliardi di cose. Più conosco un argomento più mi rendo conto di non conoscerlo affatto. Si capisce che è una delle mie maggiori angosce?
Non ha rimedio, ahimè. Lo studio (forse dovrei dire l'informazione, non esageriamo) porta la coscienza della propria inadeguatezza.
E bon.
Tutto questo per dire: non sapevo che esistesse il pan tramvai. Mi ci sono imbattuta nella rivista del bravo panettiere e, come al solito, non ho avuto pace fino a quando non l'ho provato. Ho scelto di produrlo proprio mentre la mia planetaria è dal dottore delle planetarie.
Ma questo è fin troppo ovvio. Non c'è conquista senza fatica.

Di questo pane con l'uva panettonizzato (questo è) mi è piaciuta soprattutto la storia:

(...)  Per sapere come mai il pane con il zibibbo prese il nome di" pan tramvai " bisogna andare indietro nel tempo, allorchè fece la sua apparizione il tram a vapore. La sua velocità era condizionata dalla concessione della Provincia di Milano nel limite massimo di 15 Km.all'ora per evitare lo spavento degli animali, quando viaggiava in sede propria lontano dall'abitato ed a passo d'uomo, annunciato da un trombettiere quando attraversava i centri abitati.
A Busto il tramvai veniva prelevato dal " trombettiere " a metà di Strà Balon ed accompagnato fino alla Madonna da Prà quando il tram veviva da Milano ed in senso inverso quando veviva da Gallarate. Con questa velocità il tramvai, che partiva alle 5 da piazza Garibaldi, arrivava intorno alle 10 a Milano a Porta Tenaglia. Solitamente bambini e donne, dopo qualche ora di viaggio, avvertivano gli stimoli dell'appetito. Il pane con il zibibbo serviva a lenire gli stimoli ed era pane e pietanza. Era il pane che veniva comperato allorchè la gente andava a Milano utlizzando il tramvai. Invece per Gallarate o Legnano, la cui distanza era pur breve, c'era da scegliere, data la scarsità di denaro, tra il prendere il tramvai a stomaco vuoto o andare a piedi con un pezzo di pane di zibibbo da " sgagnare " un boccone alla volta. Questo pane suppliva al tramvai da cui resta chiarita l'origine del " pan tramvai ". (da Bustocco.com)
Il pane invece del tram.

4 dicembre 2012

riapertura straordinaria della cucina: biscotti di avena


Sono a dieta, lo sanno anche i muri. Mi faccio pranzetti e cenette tristissimi e lowissimi in carb. Ieri broccolo romano, oggi cime di rapa, domani cavolo rosso. Morirò a 102 anni con tutte 'ste crucifere, ma sarò la vecchia più noiosa e incattivita della casa di riposo.

Causa dieta la cucina è confinata alla cottura delle crucifere di cui sopra e di poco altro (per esempio una crema di carote che domani assaggerò e - forse - vi insegnerò).
Ma oggi, ecco, oggi HO FATTO I BISCOTTI. Di avena, in fiocconi, e con scorza di arancia grattugiata. Ne ho assaggiato uno, minuscolo. Era buonissimo.
Ma dico, un povero cristiano dovrà avere una qualche consolazione dalla vita, no?
Soprattutto dopo aver ritirato gli F24 per l'IMU ?


15 novembre 2012

sono un cavallo e mangio l'avena

 Deve essere così. Mi nutro di avena dalla colazione alla cena. Manca solo che mi metta a leccare avidamente il bloccone di sale rosa per poi nitrire con soddisfazione.
La Lella dice che ai cavalli dà la carica, vuoi che a me non faccia lo stesso effetto?
Sia come sia, la mangio perchè mi piace, sazia con piccolissime quantità e magari (volesse il cielo) fa pure dimagrire.
Stasera me la sono proposta in combinazione con erbette al sumac e, per un'illusione di cochoneria, l'ho pure gratinata.
Poi ho visto l'inizio di Ballarò e ogni effetto benefico è svanito.

Per una persona:
50 g avena in fiocchi piccoli (quella che si usa per il porridge, altro grande favorito)
300 g erbette (o bieta da costa, o cime di rapa, o catalogna, o verza o qualsiasi altra verdura a foglia vi venga in testa)
10 g cipolla di Tropea
1 cucchiaino d'olio
40 g tomini freschi
20 g parmigiano grattugiato
sumac a piacere
sale

Tritare la cipolla e farla appassire nell'olio. Aggiungere la verdura lavata senza scolarla troppo, tagliata a pezzetti. Salare e sumacare a piacere.
In un pentolino preparare la crema di avena con i 50 g e tanta acqua quanto serve a coprire i fiocchi. Al bollore l'avena comincerà a disfarsi, diventando - appunto - una crema.
Ci vorranno cinque minuti, non di più. Fuori dal fuoco aggiungere i tomini e il parmigiano, mescolare bene e aggiustare di sale.
In una pirofila da forno disporre uno strato di verdura, completando con la crema di avena.
Passare in forno a 200° per una decina di minuti - gli ultimi 5 sotto al grill ben caldo.

E' un piatto unico, molto digeribile ed equilibrato da un punto di vista nutrizionale.
Se dimagrirete anche voi, pensatemi con GRATITUDINE.

 

(PoveraPazza)

23 ottobre 2012

apple cobbler strudelizzato

 Ben, lo confesso. Fino a pochissimo tempo fa manco sapevo cosa fosse il cobbler. Poi mi sono imbattuta in questa lasagnona di frutta e non ho, al solito, avuto pace fino a che non l'ho provata.
Trattasi di roba americana del Sud, pratica, senza alcuna (alcuna!) concessione alle frivolezze di gusto o, peggio, estetiche.
Della frutta cotta con un coperchio irregolare di una pasta lievitata di una semplicità disarmante.
Ci si può usare la frutta che si vuole. Io ci ho messo le mele ma mi son guardata la ricetta di Smitten Kitchen che usava mirtilli e pesche.
Ho scelto la ricetta di Smitten perchè son picky (non choosy) con le ricette e quella sua mi pareva sensata, anche se ho cambiato alcune cose in funzione del diverso tipo di frutta usata (mele in luogo di pesche che son più acidine - ho diminuito drasticamente lo zucchero e aumentato il succo di limone, cambiato la frutta, eliminato mirtilli in favore dell'uvetta- insomma un'altra roba eh).
Ce la siamo mangiata, tiepida e senza la panna montata o il gelato di vaniglia d'ordinanza perchè non li avevamo. Limpida giustificazione.

Per una teglia di medie dimensioni:

19 ottobre 2012

zucca al doppio forno e un appuntamento

 Che avete da fare lunedì sera? Niente, di lunedì si sta a casa. Al massimo un cineforum dopo lo yoga, ma la stagione deve ancora partire. Dunque, a casa.
Per una volta suggerisco di guardare la televisione. Io? Lo so che non ho credibilità come suggeritrice di programmi tv, visto che la guarda talmente di rado che.
Ma lunedì da Fabietto Fazio ci sono le mie amiche di Bait al Karama. Vi ricordate? Ne avevo già parlato qui. E qui ne aveva scritto Gastronomia Mediterranea.
E' passato del tempo, il progetto è andato avanti e lunedì ci racconteranno cosa è stato fatto e cosa si farà. Una cosa la posso anticipare io, che la so. Saranno anche al Salone del Gusto di Torino (dal 25 al 29 ottobre) Ci vediamo lì?
E mentre aspetto di portare a casa un po' del loro sumac che l'ho quasi finito, mi consolo con piatti a quattro passi, altro che chilometri zero.

Crema di zucca al forno:


15 ottobre 2012

zucca, nelle madeleneis


 
Domenica pomeriggio, clima ormai autunnale, luce scarsa, termosifoni ancora spenti, freschino. 
Si accende il forno per il pane (non degno del BBD, ma buono per noi) e le madeleines - che finalmente abbiamo lo stampo di silicone-che-si-pulisce-in-un-attimo.
Cole Porter che suona e siamo felici.
Basta poco, a volte.

Per una quarantina di madeleines:

20 settembre 2012

sweet treat: fichi al forno con crema di mandorle

Da quando ho avuto per le mani questo  librino non ho avuto pace.
Volevo provare a tutti i costi il tajine di fichi. Difficoltà insospettate erano in agguato:
l'ospite che non se ne andava ma soprattutto i fichi adatti che non si trovavano. L'ortolano in ferie, il mercato distante, il super carente. Un disastro.
Poi, finalmente, eccoli lì, perfetti e grandi al punto giusto.
Ecco, la ricetta è solo leggermente modificata: ho ridotto drasticamente le dosi di zucchero e aumentato i tempi di cottura.  Per il resto era perfetta.