Volevo rassicurare le schiere di lettori del blogghettino. Vi sentite orfani delle succulente ricette che sono solita pubblicare, infarcite di arguti commenti e di leggiadre condivisioni dei miei pensieri più intimi?
Ebbene, cari lettori, non siate tristi. Non cucino. Non ne ho il tempo nè, a dire il vero, l'inclinazione negli ultimi tempi. Mi pare che mi abbiano rubato le notti e le giornate già non erano mie da tempo.
L'unica promessa fatta a me stessa che sto, con fatica, mantenendo è: trattarsi bene appena svegli.
Allora un piccola routine dei cinque tibetani e un dolcino non industriale per colazione. Poco dolcino, ma non sottilizziamo.
Tortine al sambuco e semi di papavero
per dodici tortine:
200g farina 0
un pizzicone di sale
1 bustina di lievito chimico
50g burro
2 cucchiai semi di papavero
5 cucchiai sciroppo di sambuco oppure 4 cucchiai di zucchero
1 uovo, bio
la buccia grattugiata di 2 limoni
175ml latte
Accendere il forno e portare a 180°. In una ciotola mescolare gli ingredienti secchi setacciati insieme: farina, sale, lievito (e zucchero se si usa).
A parte mescolare il burro fuso e raffreddato con l'uovo leggermente battuto, il latte e lo sciroppo di sambuco. Unire gli ingredienti liquidi a quelli secchi, mescolando con attenzione e poi aggiungere i semi di papavero e la buccia di limone, incorporando bene.
Imburrare (o foderare con i pirottini di carta) due stampi da piccoli maffin da 6 , riempirli a due terzi con il composto e cuocere in forno a 180° per 25 minuti o fino a doratura.
Sono molto leggeri e il lieve sentore di sambuco li rende interessanti. Senzasenza ma con personalità.
E poi non dite che mangio (solo) cose tristi.
(PoveraPazza)
"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)
7 giugno 2013
senzasenza ma con sorpresa
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