Il primo ministro Li Keqiang ha dichiarato guerra alla trattoria a poco prezzo, uguale in tutto il mondo, per tentare un rilancio della raffinatissima cucina imperiale. Vero è che ormai da tempo anche il mercato interno ha subito un cambiamento epocale: un benessere generalizzato crea il bisogno di luoghi di svago diversi da quelli popolari che siamo abituati ad immaginare. Da qui il sogno di ristrutturare i vecchi ristoranti come vuole la nuova moda, dotandoli soprattutto di cuochi capaci di finire sulla mitica Guida Michelin.
Ho la prova provata che mangiare bene (molto bene) cinese si può.
Per esempio un'insalata di anatra aromatica servita in foglia di lattuga, una particolarissima zuppa di cetrioli di mare o ancora un'insalata di vezzosi funghi ricciuti e molto eleganti con semi di sesamo, insieme ai più classici shao mai di verdure.
Lo Shui Zu di manzo non l'ho assaggiato per la ben nota scarsa propensione al consumo di carni rosse, ma ho invece fatto man bassa del MERAVIGLIOSO mapo tofu: dadini di tofu piccantissimi e morbidissimi. Mi hanno spiegato che la morbidezza deriva soprattutto dalla cottura ad altissima temperatura: il mio tofu tristarello (pur biologico) non pare neppure lo stesso alimento.
Una cena come in Cina che ha aperto uno spiraglio su un mondo ancora tutto da esplorare e che ci ha lasciato una curiosità : ma quali sono i dolci tradizionali? Certamente non l'ubiquo gelato fritto.
Bon Wei, Milano.
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