"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

5 novembre 2010

harira


D'inverno (vabbè autunno, non sottilizziamo) consumo grandi quantità di robe brodose. Devono contenere tutto quanto serve all'umano sostentamento, devono essere calde e colorate. Non mi stancano, mai.
Questa volta è toccato all'harira, una zuppa tradizionale marocchina per il tempo del Ramadan.
La mia versione è quella di Ottolenghi, una  nuova ma bruciante passione.
Come tutte le zuppe è molto semplice da preparare.
Serviranno:                       
200gr di ceci secchi (io ho usato una scatola di ceci lessati, bio)
olio d'oliva
1 grossa cipolla, ridotta a dadini
200 gr di polpa di agnello, ridotta a dadini
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 cucchiaio di zucchero
1 scatola di pomodori a dadini
1 litro di brodo vegetale
succo di un limone
1 cucchiaino di cumino in polvere
1 cucchiaino di zenzero in polvere
un pizzico di pistilli di zafferano
200 gr di spinaci novelli, lavati
coriandolo tritato (io non l'avevo)
fettine di limone per servire
sale e pepe 
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Considerando di avere i ceci già lessati procedere così:
far soffriggere in una casseruola la cipolla in poco olio d'oliva fino a quando diventa trasparente.
Aggiungere, a fiamma vivace, l'agnello e rosolare per pochi minuti. Successivamente aggiungere il concentrato e lo zucchero. Mescolare bene. Dopo un paio di minuti aggiungere anche i pomodori tritati, i ceci scolati, il brodo, sale e pepe.
Far prendere bollore alla zuppa, abbassare la fiamma e lasciar sobbollire per circa 35 minuti o fino a quando la carne non sarà tenera.
Aggiungere il limone e profumare con le spezie. Aggiustare di sale e pepe.
Appena prima di servire guarnire ogni ciotola con una manciata di spinacini crudi, spezzettati grossolanamente, il coriandolo tritato e una fettina di limone.
Si fidanza (sposarsi mica usa più) facilmente con il pane carasau. Magari in Marocco non lo conoscono, ma noi lo abbiamo e ci piace molto.

La mia ricetta non menzionava piccantume di alcun tipo (lo zenzero è aromatico) ma secondo me cps (ci può stare).
E' buona, ottima, anche nella versione avanzo.
(PoveraPazza)

Ma forse dovrei postare un dolce, ogni tanto? Il dolce piace..                                                                                                                                                                

8 commenti:

sara ha detto...

Sembra la versione orientale del gulash. deve essere veramente gustoso

Babs ha detto...

non ti dico cosa ho letti nel titolo..... ero senza occhiali e intontita dal sonno....
harakiri ahahahahahahah
no buono, no buono, torno a dormire!
ciao!!!! buon we :)

Reb ha detto...

No, dico: il cumino lo avevi, e il coriandolo no?????? Eresia :) Buona fine di settimana carissima!

PoveraPazza ha detto...

Harakiri, gulash (sai che hai ragione?), rimproveri sul cumino..Poverapovera me!

Martissima ha detto...

Ultimamente mi avvicino di più a preparazioni dai sapori speziati, anche questa mi piace.......tolgo un po' di pomodoro, che preferisco in dosi contenute .....vabè, ho pensato scrivendo, ma sicuramente è giá buona così, ciauzzzzzz

( parentesiculinaria ) ha detto...

Beh... chiamala zuppa! Un trionfo di profumi... La foto non rende giustizia... Non che non sia bella, ma gli ingredienti sono più interessanti dell'aspetto! Arrivo con una ciotolina???

Unknown ha detto...

dani,
vieni a trovarci un weekend che cuciniamo insieme e prova le mele con lo za'tar... la ricetta solo se vieni
il fra (presuntuoso!)

PoveraPazza ha detto...

@Astro: hai ragione sul pomodoro. Questa volta ho seguito pedissequamente la ricetta di Ottolenghi ma, di mio, avrei fatto una riduzione sul rosso.
@Parentesi: siamo anche vicine! Se arrivi te la tengo in caldo, carina..
@Mi piacerebbe molto molto venirti a trovare. cucinare con te sarebbe una meraviglia. Naturalmente quando rimetti piede sul suolo natio hai un invito aperto e illimitato. Lo sai, non c'è bisogno che te lo dica. PEr quanto riguarda la perfida albione: fino al nuovo anno non se ne parla, temo. Mi dedicherò alle ex-colonie. A Natale:India, dearest.