"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

28 aprile 2010

essere amedeo bolinari



chapter one: LE VOCI.

Una ossessione.

Vado a letto sempre più tardi del necessario, poi mi sveglio stanco e mi dico: da stanotte a letto non più tardi delle undici!
E' una domenica qualunque. Una di quelle domeniche da principio di mal di testa che poi mi dura tutta la giornata.
Non ci ho capito molto ma devo aver fatto strani sogni. Di uno di questi sogni mi resta il riverbero di un nebbioso ricordo: una folla! Una folla crescente ad ogni angolo, mi seguiva ripetendo ossessivamente il mio nome, come in una litania. Quando mi voltavo, notavo che le persone alle mie spalle avevano uno sguardo fisso, ottuso.
Uno sguardo ottuso ed annebbiato come quello di un pesce scongelato che ti guarda, pancia all'aria, da una tinozza.

chapter two: SOGNO O REALTA'.

Una ossessione, in quale altro modo potrei definirla.

Una domenica qualsiasi, una di quelle in cui apri tutti i balconi di casa, per far circolare l'aria e far entrare il sole.
Sul divano ascolto per un po' il silenzio ..............
Che si trasforma presto in un fischio _._._._
Intervallato dal crepitio dei muri ._\._\._\
muri che si stiracchiano al sole dopo un inverno di pioggia senza fine.
Niente di più assordante del silenzio!
Seduto sul divano mi guardo le punte dei piedi tiro un sospiro e mi alzo.
Avrò pure un buon motivo per uscire!
Un prelievo al bancomat, ad esempio... oppure un giornale, che non leggerò,
Faccio una doccia ed esco.
Per strada mi capita, come al solito di osservare tutto e trattenere niente. La mia attenzione si perde in una infinità di inutili rivoli: le carte a terra sono ancora tutte lì ,al loro posto, sopra e sotto il bordo del marciapiede, lacerate e decomposte dalle auto in sosta eterna; il traffico, pure è lì dove deve stare, ovvero su entrambi i sensi di marcia; i motorini, pure loro non mancano, eccoli, anche loro su entrambi i sensi di marcia e talvolta pure sui marciapiedi, alla loro guide le foche, scaltre nel caos ma inabili all'uso dei freni anche inibitori. 
Ad un tratto avviene qualcosa che cambia volto alla mia domenica qualunque: una frenata! Una frenata stridente ed ecco che, succede proprio come nel sogno di questa notte, un brivido parte al di sotto del coccige e mi arriva alla nuca. Non ho dubbi è proprio il mio nome ad essere evocato a gran voce... risuona, resta a lungo a mezz'aria una voce  grida: "AAAmeeedeeeo Booolinaaarrr"

Non riesco a voltarmi. Ho paura! temo che la folla, cominci a seguirmi. Quel grido disumano risuona come un richiamo, un grido di battaglia. Cammino diritto senza sosta, percorro strade senza metà, svolto angoli senza ragione e non oso voltarmi. Comincio ad avere coscienza del fatto che il mio nome l'ho sentito tante volte urlato o pronunicato sommessamente per le strade di questa città, a volte addirittura con una declinazione al femminile AAAmedeeeaaa Bolinaaaraaa ..... spesso anche mamme e sorelle ho sentito definirle delle Bolinare. Sbagliando evidentemente le vocali del mio cognome. Come un automa sono arrivato al mercato del pesce, qui tinozze di alici mi guardano con lo stesso sguardo della folla del mio incubo, ad un tratto una voce garrula alle mie spalle dice "dotteo i buleit deoj alaisc" [il pescatore si esprime nel dialetto di Pozzuoli. n.d.r.] 

chapter trhee: IL LAVORO SPORCO

Una domenica qualsiasi, una di quelle in cui apri tutti i balconi di casa, per far circolare l'aria e far entrare il sole.
Sul divano ascolto per un po' il silenzio ..............
Che si trasforma presto in un fischio _._._._
Intervallato dal crepitio dei muri ._\._\._\

Comincio col decapitare le alici e liberarle delle loro putride interiora


Una lama ed altre ovvie armi per un delitto ... le solite quelle di base: olio, aglio, cipollotto


lo sfrigolio dell'olio attira una decina di alici, 3 pomodori, un po' di peperoncini verdi ed un ciuffo  di timo


i pomodori seguono la sorte delle alici e vengono svogliatamente fatti a pezzettoni mentre i peperoncini seviziati a rondelle.
Nell'olio bollente finiscono, uno dietro l'altro, il cipollotto, l'aglio... dopo un po' i peperoni e per finire i pomodori col timo. Non resistono per più di dieci minuti, ma, poco prima e senza pietà, si tuffano le alici o quel che ne resta. Tutto questo si consuma mentre a poca distanza, in acqua e sale, perisce la pasta, ovviamente di Gragnano




un mazzetto di basilico pone fine al martirio

8 commenti:

PoveraPazza ha detto...

"Bussano bussano e non dimagriscono" : Amedeo Bolinari è anche questo.
Impariamo ora che ha il gusto delle suggestioni barocche e greenawayesche, le immagini del martirio sono assolutamente geniali.
Aspettiamo con ansia le prossime puntate..

GeppetNo ha detto...

Greenaway, dici? IO ci vedo piu' un Antonioni, tanto che, se ce li avessi, mi farebbero male i capelli dopo la lettura di questo fantastico esordio.

ViPeron ha detto...

Ma che prosa, ma che prosa. Avevamo ragione
(e non lo sapevamo ancora ma ... l'avevamo) a costringerti a scrivere!

PoveraPazza ha detto...

Ho avuto un'epifania, amici!
Avete presente nei varietà di un tempo il comico tappabuchi nei cambi di scena?
Quello che deve intrattenere il pubblico in attesa della prossima star?
Io mi ritaglio questo ruolo: un intermezzo di volo basso (da anatra - ma le anatre volano?)tra i condor!!

ViPeron ha detto...

Mica e' stagione di befane questa!
Certo che le anatre volano.

ciccio ha detto...

Impressionante, una rivelazione, un Bukowski, un Bunuel, un Fante, bravo Bolinari adesso sei pronto a lasciare questi sfigati e intraprendi la strada da solista che ti fai i soldi...

PoveraPazza ha detto...

Vedi cosa uno si coltiva a casa..

Anonimo ha detto...

grazie a tutti troppo gentili...
vostro amedeo