Prima di domenica non avevo mai visto una giuggiola. Neppure l'avevo mai assaggiata.
L'ho fatto per amor di scienza, con occhi chiusi e desiderio (sempre il solito, da anni) espresso per il consumo della primizia e i cinque eurini (grazie Al) investiti per il mezzo chilo d'ordinanza.
La giuggiola, quella del brodo, è anche chiamata "dattero cinese" (jujube in inglese) e pare avere una personalità poliedrica.
Appena colta ha sapore e consistenza simili a quelli di una mela molto zuccherina, ma con il progredire della maturazione la buccia raggrinzisce e il sapore diventa simile a quello del dattero.
Quelle nostre sapevano di mela ma abbiamo deciso di farle maturare per assaggiarle in ogni stadio.
Nell'immagine in basso abbiamo sbucciato un frutto, ma pare che si consumino con tutta la buccia (e meno male).
Il famoso brodo, sinonimo di goduria estrema e incontenibile felicità, è un liquore di giuggiole datterificate. Dobbiamo assaggiare anche quello, prima o poi.
(PoveraPazza)
2 commenti:
Beh le giuggiole, per me, sono una cosa antica, una cosa che mi rimanda a quando ero piccola e alla prima volta che le ho viste e assaggiate, non capivo come potevano queste cosette piccole e grinzose essere conosciute per far provare, a chi le assaggiava, un immenso piacere, le assaggiai, erano quasi marroni, al punto giusto e capii. Da allora le compro sempre, poche perché costano...le ho comprate sabato passato al mercato di viale Libia a Roma e sto aspettando che maturino per farci un vasetto di marmellata, giusto per assaggiarla...un caro saluto
non avevo mai, mai, mai pensato che qualcuno potesse sbucciare una giuggiola. la romagna oltre a essere la terra dei cachi è anche il giardino delle giuggiole. ogni casa ne ha uno. lo sai che alcune hanno il sapor del legno? ti abbraccio
giuggiolona tua (da piccola le schifavo) ora che devo salutare giuggiolo mi sembra di non poterne fare a meno
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