E dunque, PoveraPazza fa il pane. In agosto. Più volte. Di segale.
Per due pagnotte di medie dimensioni:
400g di lievito madre rinfrescato la sera prima
300 g di farina di segale
500 g di farina manitoba
20 g di sale
600 g di acqua, circa
Impastare tutti gli ingredienti per almeno dieci minuti, ottenendo una pasta abbastanza morbida e collosa di difficile manovrabilità.
Lasciar riposare per qualche minuto e poi rovesciare sulla spianatoia e formare una palla stretta.
Lasciar lievitare, coperto, per un'ora. Sgonfiare e rifare la palla.
Dopo l'ulteriore lievitazione dividere l'impasto in due, foderare con un canovaccio infarinato due terrine e metterci una palla per ciascuna, parte irregolare in alto.
Lievitare per una ventina di ore in inverno, circa la metà ora. L'impasto deve essere raddoppiato.
Accendere il forno e portarlo a 250° avendo cura di lasciare la teglia dentro e di metterci i solito pentolino di ghisa, vuoto, sul fondo.
Scaldare dell'acqua.
Appena prima di infornare spruzzare le forme di acqua e praticare dei tagli a scacchiera sulla superficie.
Rovesciare le forme sulla teglia, ricoperta di carta da forno, infornare rapidissimamente e versare l'acqua calda nel pentolino di ghisa e sul fondo.
Dopo 5 minuti abbassare a 220. Cuocere per 25 minuti, abbassare a 210 e cuocere per altri 10-15.
Raffreddare sulla gratella.
Dura una settimana, almeno.
A meno che non abbiate il magnifico Montebore che ho io.
In questo caso, non so.
(PoveraPazza)
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