Così come perdere non è solo un ulteriore sinonimo di sconfitta.
Le cose trovate, sono le più sempilici da gestire, implicano una casualità che talvolta può definirsi più che fortunata.
E poichè le cose cercate non sempre è detto che le si trovi, quelle trovate bisogna le si conservi come- e più- di un tesoro inaspettato.
E' così che da una PP- povera pazza- ci si è contagiate e trovate, moltiplicando esponenzialmente quell'adorabile pazzia.
Le povere pazze oggi sono due, come le Kessler: cantano Dadaumpa, dadaumpa, dadaumpa, dadauuuuumpa ed eseguono i duplici risvolti di una stessa ricetta, dolce e salata.
Nelle intenzioni, quelle versioni avrebbero dovuto essere scambiate, contaminate ed assaporate, magari insieme. Tempo tiranno, ma non ci scoraggiamo: ci saranno ancora rugelach e non solo, ci saranno chiacchiere, e sorrisi e caffè a fiumi. Ne siamo certe!
Nell'attesa, si partecipa insieme- divertendosi per l'appunto come 2 pazze, e povere- al contest di Al cibo commestibile, e non ci resta che salutarvi con un...So Long and thanks for all the Cooking breakdown!
Nocciola Day |
to Reb, with Reb |
Occorrono, per una ventina di rugelach:
100 gr di burro, 100 gr di formaggio cremoso tipo Philadelphia, 150 gr di farina, un bel mazzo di basilico mondato, lavato e tritato (o l'equivalente peso in spinacini crudi), 100 gr di nocciole Piemonte, tritate, sale fino, sale di Maldon, olio d'oliva, un uovo leggermente battuto.
La sera prima mescolare il burro morbido con il formaggio, ottenendo una crema. Unire la farina con un pizzicone di sale fino e impastare velocemente ottenendo un impasto morbido ma che si stacca dalle mani.
Coprire con pellicola e lasciare riposare in frigo per una notte.
Il giorno dopo frullare a bassissima velocità o, meglio, tritare il basilico. Unire un pizzico di sale e un filo d'olio.
Dividere la pasta in due metà uguali. Stendere la prima in un disco non grande, circa 24-26 cm di diametro. Spennellare con il pesto, ricoprire con qualche cucchiaio della polvere di nocciole.
Rullare con il mattarello per fare aderire alla pasta. Tagliare prima in due, poi in quattro, poi in otto (ecc) e avvolgere la pasta su se stessa fino ad ottenere dei cornetti piuttosto cicciotti.
Procedere nello stesso modo con l'altra metà della pasta.
Spennellare con l'uovo battuto, cospargere con parsimonia di fiocchi di sale di Maldon e passare in forno a 180° per 25-30 minuti o fino a quando i rugelach saranno dorati.
Consumarli rigorosamente accompagnati dai rugelach-rugelach della vostra gemella Kessler e cara amica vicina e lontana, Rebecca. Da soli non possono stare, sono come i pappagallini inseparabili, mi si intristiscono e, forse, si seccano.
5 commenti:
Vedo questi cornettini dappertutto: dovrò decidermi a farli... devo persino avere una vecchia ricetta di cucina kosher, da qualche parte. Un'amica che ha vissuto a Long Island me la passò tanti anni fa: ed era pure buona. Di sicuro non la troverò per caso: dopo il trasloco dovrò cercarla... Ma intanto mi appunto anche questa: il primo proposito culinario del 2011. Buon Anno e a presto
Sabrine
Che faccio?? Copia-incolla o te lo leggi di là?
Buon Anno! :D
Come non passare di qua e farti gli auguri di buon anno!! La ricetta già commentata sul blog della tua gemella (le gemelle Kessler … siete meravigliose!) se si può votare sappiate che voterò voi!!
forse ci posso riuscire pure io a farli!! forse ma forse. ma che nome è rugelach? aspettate che provo in italiano: rugelach cosa significa?
ciaoooooo
Eccomi qui, tornata e più rimbambita che mai. Ma spero di migliorare con il passare delle ore.
Pentapata: non ho idea di cosa significhi rugelach. Sono di origine ebraica, di solito dolci, credo che il termine sia proprio ebraico.
Vero: non so se può votare, di contest non ne so nulla!! Ma grazie per l'intenzione bambolina.
Parentesi: grazie grazie e
melanzanina: lanciati che son facili!
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