"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

26 aprile 2011

le cassatine della zia Sara

 E' stato un bel fine settimana, questo della festa di primavera. Ci sono state persone da incontrare, semi da piantare, cibi da mangiare, libri da comprare (e da leggere, speriamo), film da vedere. Anche pavimenti da lavare, ma lasciamo perdere.
Con tutto questo le tanto annunciate cassatine di zia Sara (non mia, la zia, ma come se) sono state prodotte a giochi quasi fatti e cioè il pomeriggio di Pasqua.
Ebbè, l'importante è rispettare le tradizioni, mica arrivare puntuali.
Queste cassatine non sono quelle universalmente note, con i canditi e la pasta reale, ma quelle tipiche del ragusano, semplicissime e molto meno opulente: una semplice sfoglia non troppo dolce ripiena di ricotta aromatizzata al limone. Si preparano, secondo la tradizione,  per Pasqua.
Solo per Pasqua.
Mica sono frivoli, i ragusani.
La zia Sara le cuoce nel forno a legna e le fa anche più grandi di queste che sono bite-size.
Non me ne voglia: sono un'allieva indisciplinata.
Per 6  cassatine grandi o 12 piccine (tagliapasta da 6 cm di diametro):

Sfoglia: 150 gr di semola rimacinata di grano duro e 150 gr di farina 00
- un uovo
- 3 cucchiaio di zucchero (io di canna)
- un pizzico di sale
- 2 cucchiai di strutto (con dolore li ho usati)
- acqua a temperatura ambiente circa mezzo bicchiere
Ripieno: 500 gr di ricotta
- la buccia grattugiata di un limone grande
- 3 cucchiai di zucchero
- cannella in polvere
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Formare la fontana e nell'incavo rompere l'uovo, aggiungere sale, zucchero, strutto e poca acqua e cominciare ad impastare. Aggiungere altra acqua se serve: io ne ho usato circa mezzo bicchiere. Impastare con decisione per una decina di minuti o fino a quando la pasta non sarà liscia e uniforme,  ma soda. Formare una palla e lasciare riposare per una decina di minuti, coperta.
Nel frattempo lavorare con una forchetta la ricotta con lo zucchero e il limone grattugiato.
Tenere da parte.
Stendere la sfoglia con il mattarello (come ho fatto io ) o con la macchina per la pasta (come fa zia Sara) fino al tre, dunque sottile ma non sottilissima.
Tagliare dei cerchi di 6 cm di diametro (nel mio caso) e porre al centro un cucchiaio di ripieno.
Creare un bordo pizzicando la pasta tra le dita, quasi a voler disegnare dei raggi.
Nella mia infinita ignoranza pensavo che la ricotta si "sedesse" in cottura, uniformandosi.
Non si siede. Se volete un aspetto regolare appiattitela in questa fase con il dorso del cucchiaio.
Infornare a 180 ° per una ventina di minuti, curando di porre sul fondo del forno un pentolino d'acqua che crei umidità. Le mie le ho cotte di più e sono risultate un poco troppo secche.
Una volta fredde, cospargere con la cannella in polvere.
Sbagliando si impara - si sa-. Dovrò ripetere l'esperimento prima della prossima Pasqua.
Per ora devo dire che quelle di pugno di zia Sara sono meglio delle mie. Ma imparerò.
(PoveraPazza)


7 commenti:

Lydia ha detto...

Nella forma assomigliano alle formaggelle sarde o sbaglio?
Comunque ti dico una cosa: in questi giorni non ho digiunato, come potrai immaginare, eppure un paio mele farei fuori subito

Geppino ha detto...

Bellissime, ti sei meritata di diritto le chiavi della terronia!

Reb ha detto...

Ma arrivo prima del Vipe a dire che, qui, le boccucce sono piuttosto grandi e quindi tocca aumentare in maniera esponenziale la dose?
Belle, bellissime però!

PoveraPazza ha detto...

Reb, il Vipe non si è avveduto della mia produzione dolcifera. Ormai non mi vuol più bene!!

Unknown ha detto...

Povera pazza ha usato lo strutto!!!
E' proprio vero che non e' piu' la povera pazza di un tempo.

PoveraPazza ha detto...

fortuna che mi son riscattata con il cake di zucchine che è molto più nelle mie corde!

PoveraPazza ha detto...

Lydia: le formaggele, cioè pardulas sarde che io adoro hanno lo zafferano. però forma e sfoglia sono molto simili, sì.