Ho dovuto andare fino in India per trovarlo. Probabilmente ero la sola a non averlo, però questo cardamomo nero mi ha fatta penare.
Pare che sia molto più diffuso ed economico del suo cugino verde, però dopo aver assaggiato il risotto di Enrico Crippa volevo a tutti i costi avere la mia scorta.
Ne ho trovato a sacchi, alla lettera. E me l'hanno fatto pagare esattamente come l'altro. Ma è giusto, siamo stranieri e ricchi.
Tentiamo allora un gemellaggio di risaie vercellesi con spezie indo-nepalesi.
Enrico ci aveva raccontato la storia delle cantine fumose che gli avevano ispirato questo piatto: la bacca intera ha questo sentore un poco affumicato che si perde con l'apertura e la macinazione dei semi per diventare quasi balsamico.
La ricetta è molto semplice.
Per due persone : 160 gr di riso Carnaroli o Vialone Nano, un cucchiaino di burro, 30 gr di scaglie di Castelmagno, sale, un cucchiaino di semi di cardamomo nero pestati. Nient'altro.
Far tostare marchesianamente il riso in pochissimo olio. Salare. Portare a cottura unendo non brodo bensì acqua bollente. Lasciare la preparazione abbastanza umida. Un riso bollito cotto a risotto. Geniale. Mantecare con il burro e le scaglie di Castelmagno. Impiattare caldissimo e cospargere con il cardamomo pestato. Il calore del riso amplifica e in qualche modo "nebulizza" l'aroma della spezia.
Molto particolare e inebriante e adatto a una cena settimanale leggera.
Quelli bravi davvero sono capaci di essere semplici e sorprendenti al tempo stesso.
Attenti che sono in un periodo "less is more".
(PoveraPazza)