"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

30 luglio 2010

esercizio di stile

Oggi non avevo in programma nessun post.  Dovevo post -produrre le foto, riguardare le ricette. Ma.
Ho letto da Jasmine di una ricerca che mi ha molto interessata. Ha a che fare con chi scrive e chi legge (food)blog. Cosa si aspetta il lettore, cosa vogliono trasmettere i blogger. Piacciono le foto dei passaggi o il prodotto scenografico e finale?
Pare che ciò che intriga un lettore impicci il blogger, ma vi rimando a Labna per tutti gli scottanti particolari.
 Pensavo a me, a noi.
Noi di Hysteria, misconosciuti per quanto siamo, abbiamo pensato prima di tutto a divertirci. Quindi qui siamo proprio noi, con le nostre manie e tic e vezzi lessicali e ambizioni "artistiche" con tutte le virgolette del caso.  Non siamo didattici e probabilmente non lo saremo mai. Potremo, forse, essere più precisi con passaggi e dosi, però ed è un però di sostanza, credo che il fondamento di un blog,  di questo in particolare, sia mostrare se stessi. Non insegnare. Magari ispirare o stimolare, non siamo cuochi, siamo scioperati e narcisisti. Speriamo simpatici. Parliamo così, siamo così.
Comunque pensiamoci ai lettori che (MAGARI!) vogliono pure imparare. Io ci rifletto, eh..
Facciamo un esempio.
Quella che vedete sopra è una stellina di farinata con topping di ratatouille. Preparata per la cena del giovedì. Adoro la farinata, non sono capace di farla bene. Ieri ci riprovo, senza teglia di ghisa. Sarà comunque buona.. No. Non si stacca se non la fai nella teglia giusta. Non c'è verso.
Dopo un dieci minuti di spatolamento riesco a strapparne un frammento dall'abbraccio mortale con la leccarda, la imbelletto, la coppo a stellina,  la inciprio di verdura e la fotografo.
Bella è bella, però se il malcapitato utente prova a riprodurre la cecina/farinata/torta come ho fatto io NON GLI VIENE.
Condivido il fallimento con tutti voi, miei cari. Forse non l'avrei fatto se non avessi letto stamattina il post di Jasmine. Chissà.

Per chi volesse migliorare la cecina, passo le dosi:

*250gr di farina di ceci
*750 ml di acqua fredda
*10 gr di sale
*2 cucchiai d'olio
* pepe

Mescolare tutti gli ingredienti con una frusta, evitando i grumi. Lasciare riposare almeno un'ora. Infornare a 220° per una ventina di minuti,nella teglia di ghisa unta d'olio.
Così diceva la ricetta. Facile. Ma, forse, 220° sono troppi. Oppure serve acqua che evapori nel forno. Oppure la teglia di ghisa è fondamentale. Oppure va bene anche la leccarda coperta di carta da forno. Oppure.
Chi sapesse, bussi. Chi avesse qualcosa da dire, riflessioni filosofiche o barzellette, si faccia avanti.
Una buona fine di settimana a tutti.
(PoveraPazza)

28 luglio 2010

albicocche e pepe di Sichuan - la versione di P.P.

Se ti regalano la verdura, il basilico, altra verdura e ti promettono di regalartene ancora e ancora, tu come ti sdebiti?
Se avevi promesso sei libri alla tua nipotastra pre-teen e te ne sei dimenticata, come fai a farti perdonare?
Se è estate (e mi pare che lo sia) FAI UN CRUMBLE. Oddio, i catafottuti sono più il mio genere per l'assenza di burro*** e per il poco zucchero, però questo crumble mica è per me. Posso!

*** che sia una leggenda metropolitana che i piemontesi mangiano burro a chili? o forse io non sono piemontese? so per certo di essere stata concepita a Roma, che voglia dire qualcosa?

Mi procaccio 1,2 Kg di albicocche, 40gr di mandorle intere, un cucchiaino di pistacchi interi, burro (tanto) 125gr, 200 gr di zucchero,150 gr. di farina,  una decina di grani di pepe di Sichuan.
Taglio le albicocche a spicchi (prima le lavo thoroughly, ovviamente) e le faccio caramellare con un cucchiaio di burro e 100 gr di zucchero in padella antiaderente.
Pesto al mortaio l'Ingrediente Esotico, il pepe di Sichuan e lo aggiungo alle albicocche. Lascio raffreddare.
Preparo la pasta sbriciolata A MANO (ho letto che alcuni usano il cutter, io la punta dei miei diti, per dirla alla  Fantozzi):
con i suddetti DITI amalgamo, senza impastare, lo zucchero, la farina e il burro rimasto a pezzetti. Unisco le mandorle e i pistacchi, quelli sì, passati al cutter.
Pongo in frigo per una mezzorata le bricioline. Scucchiaio le albicocche in stampini individuali da creme caramel e ci verso sopra il briciolame dolce.
 Inforno a 180 per 25-30 minuti, o fino a doratura della copertura.
Regalo ai "fortunati" di cui sopra senza neppure assaggiarne un cucchiaino. Menzogna! La punta di un cucchiaino per assaggiare se il pepe si sentiva, ma giusto una puntina, eh..

(PoveraPazza rinunciataria)

26 luglio 2010

zuppetta di tagliatelle di farro

Mi sono messa in testa che devo imparare a fare la pasta. Pasta vera, intendo. Senza uova. La pasta all'uovo non mi è mai piaciuta. Quella di semola rimacinata è la vera pasta, per me. Quanto di più lontano dalla tradizione polenton-sabauda, ma tant'è.
Sulla scia di questa mania ho comprato giusto quei sei-sette chili di farine di vario genere. Il farro integrale tra loro.
Azzardo una tagliatella di farro senza uova:
150 gr di farina Manitoba,
150 gr di farina di farro-integrale-biologica-forse equa e solidale ecc.
un pizzicone di sale, un cucchiaio d'olio d'oliva (avvertenza: se non altrimenti specificato in tutti i post si tratta sempre di extra vergine)
acqua q.b.
Impastare a lungo tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta soda ed elastica. Lasciare riposare coperta per almeno un'oretta.
Riprendere  la pasta e stenderla (pur possedendo la nonna papera, a mano e con mattarello in un evidente delirio di onnipotenza), piegare le sfoglie su se stesse e ricavarne delle tagliatelle abbastanza sottili.
Lasciar seccare per una notte almeno.
Si possono condire in mille e cinquecento modi, ovviamente.
Ho scelto, questa volta, un condimento cotto-crudo abbastanza interessante.
Per la zuppetta:
300 gr di gamberi, lime, basilico, olio, sale, pepe.
Pulire i gamberi tenendo le teste da parte, tagliarli a metà e farli marinare al fresco con il succo di un lime, la buccia grattugiata dello stesso, olio, sale pepe e basilico spezzettato.

Preparare una bisque: soffriggere un cipollotto fresco insieme ad una costa di sedano a dadini. Unire le teste dei gamberi e rosolare per qualche minuto. Unire acqua fino a coprire il tutto e lasciare sobbollire per una decina di minuti.
Passare al chinois, aggiustare di sale e pepe e tenere da parte.

Scolare dal liquido di governo dei ceci precotti (avendo più tempo i ceci secchi e lasciati a bagno le classiche 12 ore saranno perfetti). Preparare un fondo con carota e cipollotto, unire i legumi, coprire con brodo vegetale e lasciare cuocere per una decina di minuti. Passare con il frullatore a immersione, aggiungere la bisque preparata in precedenza e una spruzzata di lime. Salare e pepare. La consistenza della zuppetta è determinata dalla quantità di brodo che si usa per la cottura dei ceci. Parecchia=zuppetta zuppetta, pochina= crema. Vedete voi.

Nel frattempo lessare le tagliatelle molto al dente, scolarle e condirle con qualche cucchiaio di zuppetta. Per servire: un mestolo di zuppetta, le tagliatelle, un cucchiaio di gamberi marinati e qualche foglia di basilico spezzata a mano. Pepe bianco.


La prossima settimana ho in programma due o tre cosine nuove da sperimentare. Stateve accuorti (Gep, Amedè si dice così??)
(PoveraPazza).

22 luglio 2010

guess who's coming to dinner - lasagna vegetale

Metti una sera d'estate, un ragazzo e un quintale di verdura. Metti della pasta comprata per sbaglio, che credevi integrale e invece era agli spinaci. Metti delle erbe, tue, che vedi nascere e crescere. Metti della ricotta e della mozzarella di bufala. Metti dei ciappareddi (capperini) ragusani .Metti il tuo amico GeppetNo che ti ispira. Metti un piatto nuovo e una nuova forchetta.
Mescola energicamente e.. ecco fatto.

Per la teglia che si vede sotto:

3 piccole melanzane (grazie Simo!), 5 zucchine medie (grazie Simo e, sì..! mamma..), 2 peperoni rossi e uno giallo, biologici, una mozzarella di bufala, 250gr di ricotta vaccina, un mazzetto di erbe miste (basilico prezzemolo timo menta santoreggia, per esempio), capperi sott'olio (a me Giovanni  li regala così), grana, pecorino o ragusano grattugiati (un pugnetto), aglio peperoncino olio extra vergine (evo non lo userò mai, mi fa orrore), 10 sfoglie di pasta fresca (la mia era agli spinaci ).
Cuocere in forno i peperoni interi, far raffreddare nel classico sacchetto di carta, togliere la pellicina e ridurre a filetti, con le mani.
Tagliare a cubetti le melanzane e a rondelle gli zucchini e spadellare separatamente e brevemente con aglio in camicia e peperoncino.


Nel frattempo scottare in acqua bollente salata le sfoglie e asciugarle su un canovaccio.
Frullare con olio extra vergine q.b. le erbe e tagliare a dadini la mozzarella.
Unire alla ricotta, salata leggermente, i capperi tritati grossolanamente.
Per comporre la lasagna:
ungere il fondo della teglia con olio e disporre gli ingredienti a strati: pasta, ricotta, verdure, cubetti di mozzarella STRIZZATI , erbe, fino a esaurimento.

Terminare con le sfoglie, spennellare con latte e infiocchettare di burro (che stranamente avevo!) e cospargere di formaggio grattugiato.
Infornare a 200° per una trentina di minuti circa.
Nel frattempo il vostro giovane ospite sarà arrivato e l'avrete intrattenuto con due scampetti conditi con la colatura di alici (poi ne parliamo, eh..) e con chiacchiere senza sale, in attesa del piatto forte.
Mi pare che il malcapitato (bravissimo futuro cuoco) abbia gradito.
Ciao Pietro!
(PoveraPazza)



20 luglio 2010

di cetrioli e papaveri

Volete qualcosa di fresco ma non noioso? Deliziosamente inconsueto?
Provate questa semplicissima insalata.
Adesso è la stagione giusta, si riescono a trovare i cetrioli piccoli e croccanti che sono appunto quelli che servono.
Ce ne vorrà un mezzo chilo, per quattro.  E serviranno anche due peperoncini rossi, non troppo piccanti e tagliati a striscioline sottili, 3 cucchiai di coriandolo tritato grossolanamente (o prezzemolo ma non è la stessa cosa), 50 ml di aceto di riso o di mele, olio d'oliva, 2 cucchiai di semi di papavero, due di zucchero semolato, sale e pepe.
Che vi devo dire? L'unica accortezza è proprio la scelta del cetriolo. Piccolo e croccante o desistete.
Non vanno sbucciati ma tagliati a bastoncini inclinati di 1 x 3 cm, non piccolissimi. Dovessero essere un pò più grandi (poco) togliete i semi acquosi che si trovano all'interno.
Il sapore è agrodolce, quasi come i cetriolini tedeschi che si trovano al discount e che io adoro.
E' meglio prepararla al momento, altrimenti i cetrioli rilasciano troppa acqua, ma vedete voi.
Io l'ho mangiata da sola ma può essere il contorno di carni alla griglia (agnello e maiale soprattutto).
Che ve ne pare?
A noi è piaciuta molto.
(PoveraPazza)


Dite che son stata poco lirica questa volta? L'Ode to a pickle non mi è sgorgata dal cuore stamattina...

16 luglio 2010

catafottuti dolci e salati




Sono entrata nel tunnel.  Lo spacciatore locale di verdure biologiche mi ha raggiunta. A dirla tutta, sono andata a cercarlo io. Si chiama L'orto di Eolo, ti manda una simpatica mail il lunedì in cui ti racconta cosa c'è disponibile e tu, se vuoi, fai una lista della spesa che poi gli orticoli ti portano a casa o in ufficio.
Bello che è! Oggi ho avuto la mia prima cassetta.. Ma divago.
In questo periodo, anche nel profondo nord, la terra produce. Ti danno la caccia per rifilarti il surplus di zucchine (tipicamente), fagiolini (in seconda battuta), e insalata ormai grande come un cespuglio di pungitopo.  Questo per dire che ho ricevuto in regalo alcune (parecchie) zucchine che sono mie sorelle, provenendo dal microscopico orto che mia madre costringe mio padre a coltivare.
Non comprendo la logica sottesa a tutta l'operazione, soprattutto non comprendo la ragione per cui, avendo un orto, produci zucchine e altri ortaggi ipertrofici e parecchio privi di sapore. Raccoglili piccini, visto che li sorvegli ogni giorno. Ma no, due zucchine sfamano un intero asilo nido.
Quelle che mi son toccate in sorte, almeno, erano così.
Le guardo, le soppeso. Mi paion grandi. Crude, non se ne parla. Le cuocio, un filo d'olio, una cipolla di tropea, buccia di limone e basilico spezzato alla fine.
Le mangio, fredde, per pranzo.
La sera sono ancora lì. Di consumarle ancora nella loro forma originale non ho cuore. 
Vi ho mai detto che odio gli avanzi? Ecco, li odio. Odio mangiarli e anche buttarli. Quindi li rifilo ai malcapitati che ho sottomano. Io non li tocco, naturalmente.
L'ubiquo clafoutis salato potrebbe essere la salvezza. 
Ma clafoutis non potrebbe essere catafottuto nella lingua dove il sì suona? D'ora in avanti qui si chiamerà così, ho deciso.


Per tre.
Due tazze di zucchine cotte (o altra verdura a piacere), tre uova, 1/2 tazza di farina, 3 cucchiaio di creme fraiche, 50 gr di parmigiano grattugiato, sale pepe basilico.
Battere le uova ed unire la farina continuando a mescolare. Aggiungere creme fraiche e parmigiano ed infine la verdura cotta. Ungere una teglietta con olio d'oliva e versarci il composto uova-farina-verdure.
Cuocere in forno a 200° per 30 minuti o fino a quando la superficie non sia dorata.
Con queste dosi viene un clafoutis abbastanza consistente, quindi se vi piace più umido dovete, alternativamente, mettere più verdura o meno farina.

Questi sono i fratellini dolci, di qualche cena fa. Con pesche e lamponi o con mirtilli e lamponi, o con mirtilli e pesche. Procedimento uguale, frutta cruda, zucchero muscovado.
Per sei stampini da creme brulée:
4 uova, 300 ml di latte, 80 gr di farina di mandorle, 50 gr di farina bianca, 80 gr di zucchero, buccia di limone grattugiata, un baccello di vaniglia, frutta a piacere.
Mescolare uova e zucchero con la frusta, unire prima le  farine, mescolando e poi il latte appena intiepidito a cui si sono aggiunti i semi prelevati dal baccello di vaniglia e la buccia di limone grattugiata.
La pastella in questo caso è molto più liquida e la si versa direttamente sulla frutta tagliata e posta artisticamente negli stampini.
Cuocere in forno a 180° per una ventina di minuti.
Volendo si può anche fare un clafoutis solo e grande.
Questo è tutto.
Faccio un accorato appello ai miei coblogger, o a chi ne capisce in generale.
Ma se io voglio delle foto PIU' GRANDI come faccio a ottenerle? Ha a che fare con la risoluzione?
Sciogliete il mio dubbio, vi prego!


(PoveraPazza)

13 luglio 2010

roba da bere


Molto mi è piaciuto il libro di Sigrid.  Molto mi hanno incuriosita un paio di cosette che ci ho trovato.
Del polpo senza speranza ho già parlato. Qui vi mostro la roba da bere più strana del mondo.
Cosa? come? Acquetta trasparente con fogliolina galleggiante.
Cos'è??
Ovviamente chi ha il libro non può partecipare.
Gli altri, co-blogger compresi, sì!!
Si vince un assaggio, un abbraccio, una parola buona. Ciò che volete voi!!
Stasera conoscerete il mistero..
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Tah-dah!
Il cielo si volge all'imbrunire e io mi appresto a svelare il mistero. Che mistero non è visto che qui TUTTI hanno il cavolibro.
Per le vite intelligenti provenienti da altra galassia che non avessero messo le loro zampette verdi su detto libro, passo a spiegare.
Il dotto GeppetNo ha ovviamente indovinato, IL MOSTRO.

Trattasi di ACQUA DI POMODORO!! E trattasi pure di esperimento da piccolo chimico di bressaniniana ispirazione.
Un mezzo chilo di pomodori ramati, tagliati a pezzi e frullati con buccia e tutto, vengono uniti a un mezzo foglio di colla di pesce ammollata in acqua fredda prima e sciolta con l'ausilio di un paio di cucchiai di acqua calda poi. La mistura, ben mescolata, viene fatta raffreddare e poi congelata.
Quando è diaccia marmata, ossia un bel blocchetto di ghiaccio pomodoroso, la si pone in un colino rivestito di garza e la si fa scongelare dentro il frigo. Sigrid dice un bel pò di ore, ma per ilmio ne sono bastate un paio, forse meno.
Il pomodoro si separa in polpa e semi e buccia ROSSI, rilasciando la sua acquetta profumata e trasparente.
Si serve con un goccio d'olio buono e chips di focaccia appena passate in forno.
Io ci ho messo una pucciata di sale, margarita-like, e due microfoglie di basilico.
Provare provare provare, miei cari. Altrimenti vi resterà la divorante curiosità di sapere di cosa sa1
(PoveraPazza)
--
Vi invito a leggere le vergognose ipotesi dei miei co-blogger, a parte il menzionato GeppetNo che sa il fatto suo. Si parla di stage alla Glaxo, di acqua e menta.. Chi sia Marina Confalone chi 'o sape.. Me lo spiegheranno poi. Ma niente di edificante immagino.
A Rossella dico di provare. E' l'unica via..


Serpi in seno, come sempre!!

9 luglio 2010

Fritto in onore della povera pazza

Cari tutti mi accosto a questo post con lo stesso spirito con cui Galois ha scritto i suoi ultimi teoremi la notte prima del duello (fatale). Dopo quindici giorni di convivenza coatta con un muratore che ha trasformato la casa in un set realistico per l'ambientazione di un attentato terroristico (concluso con successo), dopo che ormai ho ho imparato a coesistere con quattro dita di polvere fine come borotalco anche dentro l'anima (prima prova tangibile della sua esistenza), lunedì prossimo (per gentilezza nei riguardi del mio biografo registro il fatto che oggi è venerdì) il suddetto muratore sventrerà il bagno. Già vedo tubature divelte, innondazioni degne delle piaghe d'Egitto nei piani inferiori e le vaiasse, che in essi albergano, farmi a brani come menadi infuriate.
Quindi, prima di fine certa, onoro la promessa fatta alla povera pazza di scrivere il post.
Il post testmentario si riferisce alla felice discesa della povera pazza in terra vesuviana in occasione della festa della repubblica. Il conquistatore sabaudo ama di tanto in tanto visitare le province annesse.
Per l'occasione felice che vedeva riuniti ben tre dei quattro scrivani del blog (mancando Geppo, il membro suo più illustre) s'è pensato ad un fritto d'ingresso. Usualmente per la povera pazza preparo il "crocchè". Questa volta ho osato  "fiorilli mbuttunati" (fiori di zucca farciti, ndt) e "cecenielli cu 'a pastetta" (bianchetti con la pastella).



La preparazione dei fiori zucca è semplice. Una dozzina di fiori di zucca, un paio di etti di ricotta di fuscella, del fiordilatte. La ricotta di fuscella è una ricotta cremosa, non solida come le usuali ricotte e, per tale ragione, contenuta in cestini. Il fiore di zucca mondato della parte verde deve essere 'mbuttunato'  (farcito) con la ricotta e un pezzo di fiordilatte. Devo dire che i fiori hanno opposto inizialmente una ferma resistenza alla (è il caso di dirlo) deflorazione. Mi sono dunque ingegnato di iniettare la ricotta tra le voluttuose membrane con una tasca da pasticcere. Size does matter ... La striscia di fiordilatte viene immersa poi nella ricotta.


 
Per la doratura, prima i fiori sono passati nella farina, poi nell'uovo sbattuto, poi nel pan grattato.
La frittura veloce in olio di semi abbondante.







La preparazione delle zeppole è un po' più lunga richiedendo la lievitazione dell'impasto.  Per l'impasto (la pastetta) 500 g di bianchetti (povere creature), 250 g di farina e un dado di lievito di birra.
La pstetta si prepara mettendo la farina a fontana, stemperando il lievito in acqua tiepida e impastando con un pizzico di sale sino a fare un impasto morbido. L'impasto deve lievitare coperto per un ora.



Dopo la lievitazione si aggiungono i bianchetti lavati e scolati incorporandoli delicatamente senza turbare eccessivamente l'impasto. Con un cucchiaio si raccolgono piccole porzioni da friggere in olio caldo.
Il sapore del pane fritto si fonde meravigliosamente col sapore del pesce.



Per dovere di cronaca la cena è proseguita, come testimoniato dalla evidenza documentaria, con mozzarella di bufala e pomodori di sorrento.



Per non farsi poi mancar niente s'è proseguito con una insalata di mare di calamari e gamberi cotti al vapore e uniti a sedano, finocchio, rucola. conditi con olio e limone.




Viperon

phyllopasta & caviale di melanzane - medioriente concentrato



La pasta phyllo è stata irreperibile per mesi e mesi. All'esselunga devono aver deciso che non è abbastanza trendy e non la si trova più. L'altro giorno nel supermercato scamuffo vicino all'ufficio L'HO VISTA.
Comprarla, farcirla e infornarla è stato rapido come un battito di ciglia.
Finzione scenica, naturalmente.
Porto a casa il tesoro e spulcio, sudo, rispulcio, risudo, smanetto. E poi decido: la phyllo si porta con melanzane (il pomo cattivo di GeppetNo) e feta, e coriandolo, e limone.
Dunque:
per il caviale di melanzane : 1 melanzana o suoi multipli, succo di limone, coriandolo fresco (o prezzemolo ma non è la stessa cosa), olio d'oliva e uno spicchio d'aglio, sale e pepe.
Tagliare a metà la melanzana, incidere la polpa con la punta di un coltello e far cuocere le due metà avvolte nell'alluminio in forno a 180° per almeno 30 minuti (dipende naturalmente dalle dimensioni dell'ortaggio).
A cottura ultimata raschiare con un cucchiaio la polpa e raccoglierla in una zuppiera. Schiacciare bene con la forchetta (o fare una giratina di minipimer), incorporare olio, sale, pepe, succo di limone e coriandolo tritato e lo spicchio d'aglio, tritato se siete coraggiosi, intero se siete come me.
Far riposare in frigo per un'oretta in modo che i sapori si fondano.

Per i pacchettini di phyllo: la pasta, ovviamente, 200 gr di feta, olio d'oliva, il caviale precedentemente preparato.

Nel frattempo scongelare la phyllo senza aprire la confezione che altrimenti si secca in un amen.
Inumidire un foglio per volta con le dita bagnate,
Ricoprire la parte centrale con il caviale e qualche pezzetto di feta a cubetti. Il cumino ci starebbe da dio, ma l'ho già usato troppe volte e ho lasciato perdere. Avvolgere il foglio su se stesso, producendo dei fagottini rettangolari o quadrati o triangolari. L'importante è cercare di non mettere troppo ripieno altrimenti la pasta si buca.
Spennellare le creature con olio d'oliva e infornare a 200° fino a che saranno dorati (una ventina di minuti nel mio forno).
Volendo si possono anche friggere in olio profondo, ma la mia religione mi concede il fritto solo molto, molto raramente.

Se si fan piccini sono un finger food  da antipasto - aperitivo, più grandi sono un pranzetto leggero e aromatico.

ps. sto provando a fare il bilanciamento dei bianchi con 'sta macchina. Se non lo faccio le foto vengono OK, se lo faccio fanno schifo. Abbiate pazienza, continuerò ad allenarmi.
Buon we di calura.

(PoveraPazza)

7 luglio 2010

peperoni rossi in zuppa fredda per la prima vera cena estiva




Innanzi tutto vorrei rassicurare i lettori.
Ho i denti. 
Tutti miei, per il momento.
Il fatto che molto spesso proponga creme zuppe vellutate non è dovuto a impossibilità fisica ma proprio a gusto personale ed estetico.
Trovo che un alimento così colorato sia fotogenico, tutto qui!
Il caldo, ora, fa il resto.
Insalate, macedonie o zuppe fredde sono quanto la mia energia attuale permette di cucinare.
Nel weekend si è tenuta la cena inaugurale in terrazza.
Dovete sapere che la landa desolata in cui vivo non permette l'utilizzo della menzionata terrazza per più di.. diciamo.. due mesi l'anno. Di giorno. 
Di sera MOLTO, MOLTO meno.
Bisogna cogliere l'attimo. E lo si colse sabato. 
Quattro amici, un mojito, una cena leggera e fresca, un temporale con devastazione di piante..
Ah, dite che di quello si poteva fare a meno? 
Vabbè, solo due  tre piante scaraventate a terra, ma niente di più.
Il mojito, si diceva. Con le olivette in crosta scoperte da Comida, ma che sembrano un gran classico della rete.


Un pochetto (giusto un chilemmezzo) di polpo con timo limone, ispirato a quello disperato e poetico del libro di Sigrid;


E, dulcis in fundo, i peperoni, rossi, carnosi e dolci in zuppetta fresca e davvero davvero particolare.
Per quattro persone serviranno.
1 grossa cipolla
alcune foglie di salvia, tritate finemente
4 peperoni rossi carnosi
2 foglie di alloro
2 cucchiaio di cumino in polvere
1 cucchiaio di zucchero
peperoncino 
mezzo litro di brodo vegetale
1 gambo di sedano a cubetti
la buccia grattugiata di mezzo limone
1 spicchio d'aglio
un mazzetto di foglie di basilico e prezzemolo tagliate a forbice
(panna acida per servire).
--
Fare appassire in due cucchiaio di olio d'oliva la cipolla affettata finemente e le foglie di salvia.
Nel frattempo mondare i peperoni, eliminando anche i semi.  Tenere da parte un mezzo peperone a cubetti.  
Aggiungere a cipolla e salvia anche il cumino, una presa di sale e una di zucchero , l'alloro ed il peperoncino. Saltare brevemente e poi unire anche i peperoni, tritati grossolanamente.
Dopo cinque minuti, unire il brodo e lasciare sobbollire a fuoco dolce fino a che la verdura sia tenera (15 minuti circa). Passare al minipimer mentre è ancora calda, dopo aver eliminato l'alloro.
Lasciar intiepidire e poi aggiungere il sedano ed il peperone crudi, la scorza di limone e l'aglio intero.
Quando avrà raggiunto la temperatura ambiente porre in frigorifero per qualche ora (o tutta la notte).
Al momento di servire, mescolare bene, regolare il condimento. Nelle ciotole di servizio cospargere con basilico e prezzemolo, un filo d'olio, e, se piace, un cucchio di panna acida.



La fazione, capitanata da Bolinari, che sostiene che il cumino puzza (di sudore), non potrà apprezzare.
Per tutti gli altri sarà una delizia.
(PoveraPazza)

2 luglio 2010

fast slow food


Questa è la vista dalla finestra del mio ufficio, oggi c'è afa ed un caldo insopportabile. Se mi sporgo un po' dal davanzale riesco a vedere la scogliera sotto la rupe tufacea sulla quale ci troviamo. A volte il mare, soprattutto se visto dall'alto, sembra straordinariamente limpido si vedono i fondali e i plinti enormi delle antiche strutture portuali di epoca romana. Spesso resto indifferente alla vista delle persone sdraiate sugli scogli che si arrostiscono al sole, non me ne importa nulla, non provo alcun desiderio  di stare al loro posto. Oggi invece osservavo un gruppo di persone un po'oltre la mezza età, alcuni di loro sulla scogliera alta, altri invece sugli scogli parzialmente sommersi col corpo per metà in ammollo. Tempo fa mi sistemai accanto ad un gruppo simile sulla scogliera alle spalle del molo Caligolano, proprio per osservarli meglio: sono uomini e donne che hanno una naturale ed eccezionale confidenza col mare. Oggi tutti dialogavano tra loro, la scena, dal mio punto di vista, appariva carica di relax ed esprimeva tutta la capacità che hanno le persone appartenenti a generazioni precedenti la mia, di godere pienamente della natura e del carattere  della città in cui viviamo. Anni luce dividono la dignità e lo stile di vita di questi da quello delle ultime generazioni.
Sublimo il desiderio di mare ed il sapore di salsedine, che senti sul labbro quando lo inumidisci con la lingua, con una cena fresca ed a base di pesce, un piatto facile e veloce.

 
basta un trancio di tonno un po' di gamberi, pomodorini, olio, rucola e scaglie di parmigiano. Si cuoce il tonno, poco, sulla piastra, i gamberi a vapore e  tutti gli altri ingredienti  a crudo


ed ecco il piatto finito


Amedeo Bolinari [che oggi si è accorto del mare]

indovina indovinello: cosa c'è sotto il pennello?


Indovina indovinello..
Carta di riso giapponese (giuro) di ottima fattura, per esercizi di calligrafia e sigillo (personale e inciso dalle manine sante di PoveraPazza), con una cucchiaiata sparsa di???
Vediamo se qualche temerario azzecca la risposta giusta.
Qualche indizio? Mi sento buona.
NON è spuma di prosciutto (una qualche zia ce la faceva ingollare da bambini e io l'ho sempre trovata ripugnante)
NON è bagnosciuma alla fragola nè crema rigenerante di bianco d'uovo a neve con una punta di peperoncino
NON è fango radioattivo
Che dice lei, signora in terza fila, una crema di frutta?? Fuochino fuochino..

E' parente di questi signori, qui immortalati durante la loro verde età, ma che diventano, con i primi caldi, di un rosso imbarazzante.
Sì, signora, ha proprio ragione, sono RIBES.

Che dice la signorina seduta vicino al giovanotto in fondo? Un dolce? Un semifreddo?
Evviva, abbiamo il vincitore, UN SEMIFREDDO AL RIBES ROSSO di produzione terrazzifera.

Perchè mai avrei messo una foto così indecifrabile? 
La ringrazio della domanda, professore. 
Il risultato dei miei sforzi culinari era impresentabile, ancorchè di ottima fattura (ehmm) e gusto inappuntabile. 
Nonostante il makeup che iphoto mi permette, il suo aspetto di orrido polpettone sanguinolento non è mutato.

Volete la prova? Non è per stomaci delicati, vi avviso.
E sia: un due tre.. siore e siori ecco l'opus..
Dal vivo, gentile pubblico, era bianca e rosa, con un coulis rossorosso di ribes. Qui è così..
Per chi avesse il gusto dell'orrido e si volesse cimentare, serviranno:
500 ml di panna fresca
50 gr (a me piace poco dolce) di zucchero a velo
50 gr di biscotti secchi
1 baccello di vaniglia
300 gr di ribes rosso
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Pestare i biscotti secchi in un mortaio fino a ridurli in polvere fine, mescolarli con i semi di vaniglia prelevati dal baccello inciso e grattato con un coltellino.
Montare la panna ben soda e dividerla in due recipienti: in uno di questi aggiungere i biscotti e la vaniglia, mescolando delicatamente.
Con metà della panna + biscotti fare uno strato uniforme in uno stampo da plumcake rivestito di pellicola trasparente. Porre in freezer a rassodare.
Frullare il ribes e passarlo al setaccio (potete evitare questo passaggio se i semi non vi danno noia).
Incorporare metà del coulis alla panna montata rimasta (quella senza biscotti).
Estrarre dal freezer lo stampo, fare uno strato di pannaribes e porre a rassodare.
Completare con la pannabiscotto rimasta e lasciar raffreddare per almeno tre ore in freezer.
Sformare l'opera, immergendo lo stampo per qualche istante in acqua bollente e facendo leva con una spatola.
Decorare con il coulis rimasto.
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Ecco, io non amo cucinare i dolci, questa volta mi son convinta e mi è venuto così. Ma sarà il karma?
Per carità, buono eh..

(PoveraPazza)