"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

30 maggio 2013

sambuco, malgrè tout



Le piante sono pertinaci; passano attraverso tempeste, siccità, cavallette e cercano di sopravvivere. Certo, loro hanno le radici e noi, poveri umani, siamo preda dei marosi e facciamo un sacco di storie per un grado in più o un governo in meno.
Dovremmo imparare dalle piante che, poco o tanto, fioriscono sempre.

Questo beverino qui avevo in animo di produrlo già dalla scorsa estate. A Rovereto ce lo servirono a colazione e da allora è stata spasmodica attesa della fioritura del sambuco.

Ecco il mio primo
Sciroppo di fiori di sambuco

per due litri di sciroppo:

10 infiorescenze, se possibile raccolte lontano dallo spartitraffico della superstrada
4 limoni bio
1,5 kg zucchero semolato
1 l acqua
180 g aceto di mele

Pulire le infiorescenze senza lavarle. tagliare il gambo alla base del fiore e controllare che non ci siano formiche o altri animaletti. Gustosi, per carità, ma forse inadatti allo scopo.
Lavare anche i limoni e tagliarli a fette.
In un recipiente di vetro che si possa chiudere o, in mancanza, in una pentola a pressione (cosi si chiude ermeticamente) fare uno strato di fette di limone ed un secondo di fiori. Coprire con il litro d'acqua, avendo cura di schiacciare bene i fiori in modo che siano completamente immersi nel liquido.
Tappare il contenitore scelto e dimenticarselo per 48 ore. Facesse caldo ne basterebbero 36.
Trascorso il tempo indicato filtrare attraverso un tovagliolo pulito, cercando di estrarre quanto più succo possibile da limoni e fiori macerati. Si otterrà un'acquetta giallina e torbida.
Porre sul fuoco dolce l'acquetta medesima con lo zucchero. Una volta sciolto lo zucchero aggiungere anche l'aceto di mele e fare bollire qualche minuto per addensare (un minimo).
Nel frattempo lavare benissimo due bottiglie con tappo ermetico e asciugarle bene.
Travasare lo sciroppo, ancora caldissimo, aiutandosi con un imbuto.
Chiudere e conservare al buio.

Quest'estate farò anche la marmellata, con le bacche nate dai fiori superstiti. 

(PoveraPazza), aspettando che il caldo e la sete si meritino un lusso come questo.
 

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